La guerra civile e la fine di Cesare
Nel 52 a.C. Pompeo divenne console senza collega e impedì a Cesare di candidarsi al consolato. La rottura era definitiva! Cesare doveva scegliere: tornare a Roma come cittadino privato (rischiando processi e condanne) o ribellarsi.
Il 15 gennaio del 49 a.C. Cesare compì il gesto che cambiò la storia: attraversò il Rubicone con il suo esercito, violando la legge che vietava ai generali di entrare in territorio romano senza aver sciolto le truppe. Iniziava così una nuova guerra civile!
Pompeo e gli ottimati fuggirono in Grecia, permettendo a Cesare di entrare a Roma e farsi nominare console. La guerra si decise nella battaglia di Farsàlo (48 a.C.), dove Cesare sconfisse definitivamente Pompeo. Il grande rivale fuggì in Egitto, dove fu assassinato dal re Tolomeo XIII.
Nel 46 a.C. Cesare divenne dittatore a vita, introducendo riforme importanti: concesse la cittadinanza alla Gallia Cisalpina, migliorò il governo delle province e riorganizzò la distribuzione del grano. Ma il suo potere assoluto spaventava molti senatori.
Il 15 marzo del 44 a.C., durante le Idi di marzo, Bruto e Cassio guidarono una congiura che uccise Cesare con 23 pugnalate in senato. La sua morte aprì la strada a un'altra sanguinosa guerra civile.
Lezione di storia: Il passaggio del Rubicone è diventato simbolo di una scelta irreversibile - "il dado è tratto" disse Cesare!