La Crisi dell'Impero Ottomano e il Congresso di Berlino
L'Impero Ottomano alla fine dell'Ottocento era ancora enorme ma ormai agonizzante. Le potenze europee lo chiamavano "il malato d'Europa" perché non si era modernizzato ed era diventato debolissimo. Tutte volevano un pezzo del suo territorio, ma non riuscivano a mettersi d'accordo su come spartirlo.
Nel 1875 scoppiò una rivolta in Bosnia-Erzegovina quando i contadini cristiani si ribellarono contro i proprietari terrieri musulmani. Serbia e Montenegro provarono ad aiutarli ma furono sconfitte dall'esercito turco. A quel punto intervenne la Russia, che voleva espandere la sua influenza nei Balcani.
I russi sconfissero i turchi e imposero la pace di Santo Stefano (1878), che creava una grande Bulgaria sotto il controllo russo. Ma Inghilterra e Austria-Ungheria non ci stavano: organizzarono il Congresso di Berlino dove costrinsero la Russia a rinunciare alla Bulgaria. Ognuno si prese qualcosa: l'Austria ottenne Bosnia-Erzegovina, l'Inghilterra Cipro, la Serbia l'indipendenza.
Ricorda: Il Congresso di Berlino fu il primo grande esempio di come le potenze europee si spartivano i territori senza guerra, ma creando tensioni che sarebbero esplose più tardi.
La Francia, per non rimanere indietro, occupò la Tunisia nel 1881. L'Italia protestò ma era troppo debole per opporsi da sola, così decise di allearsi con Germania e Austria-Ungheria formando la Triplice Alleanza (1882). In risposta, Francia e Russia si allearono nel 1892.