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Appunti di storia per il 3 superiore

21/6/2022

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INNOCENZO III
Verso la fine del XII secolo, papa Innocenzo III riprese il progetto
teocratico della Chiesa riformata. Gregorio VII aveva dat

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INNOCENZO III Verso la fine del XII secolo, papa Innocenzo III riprese il progetto teocratico della Chiesa riformata. Gregorio VII aveva dato inizio a questa lotta, definendo se stesso il "vicario di Cristo" e non "vicario di Pietro" come gli alri pontefici che lo avevano preceduto. Secondo questa concezione, egli sottoponeva alla propria autorità tutta la società, intervenendo in questioni di ordine politico oltre che religioso. LA IV CROCIATA Innocenzo promosse la IV crociata con l'obiettivo primario di recuperare i territori persi dal Regno di Gerusalemme. Il papa coinvolse l'imperatore bizantino Alessio III, ma le trattative diplomatiche non andarono a buon fine e si rivolse dunque al doge veneziano, Enrico Dandolo. Nel 1201 i due giunsero ad un accordo e un anno dopo i crociati sbarcarono a Venezia, ma si resero conto che la spedizione rischiava il fallimento a causa del poco denaro raccolto. Dopo aver aiutato i veneziani alla conquista del porto dalmata di Zara, Innocenzo III scomunicò la spedizione e proibì l'attacco alle città sante. Abbandonata l'idea della spedizione, i crociati proseguirono ugualmente verso Oriente per aiutare il principe bizantino Alessio Angelo a salire al trono di Costantinopoli, in cambio di una considerevole somma di denaro e soldati da impiegare nel prosieguo della spedizione crociata. Costantinopoli era rimasta la più grande metropoli cristiana del tempo, ma per l'impero bizantino il...

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Didascalia alternativa:

controllo dei territori di frontiera risultava molto difficile. Giunti a Costantinopoli, Alessio Angelo fu proclamato coimperatore insieme al padre con il nome di Alessio IV. Il capo di una fazione fortemente ostile agli occidentali, Alessio Ducas, uccise Alessio IV e si proclamò imperatore dichiarando nullo l'accordo stipulato dal predecessore. A quel punto, i capi crociati cominciarono l'assedio della città e nella primavera del 1204 Costantinopoli fu saccheggiata e depredata. La fine della crociata diede vita all'impero latino, che però ebbe vita breve non riuscendo a costituire uno stato solido. Nel 1261, infatti, l'imperatore di Nicea, Michele VIII Paleologo, riportò le insegne imperiali a Costantinopoli. LA CROCIATA CONTRO I CATARI Innocenzo III aveva intenzione di stroncare i movimenti ereticali e in particolare la corrente dei catari, che proponeva una dottrina e una struttura ecclesiastica completamente diversa rispetto alla chiesa romana. L'accordo stipulato nel 1184 a Verona da Federico Barbarossa e papa Lucio III affidava alla chiesa il compito di inquisire i sospetti di eresia e applicare le sentenze. Innocenzo III decise di bandire una vera e propria crociata contro gli eretici, avendo l'appoggio della monarchia Capetingia (che desiderava bloccare i tentativi di espansione della corona d'Aragona). La spedizione ebbe come obiettivi Albi, la contea di Tolosa e le altre contee pirenaiche, sino alla completa conquista del 1244. IL IV CONCILIO LATERANENSE Si tenne nel 1215, Innocenzo III presentò una vasta quantità di temi durante l'assemblea, tra i quali: La sottrazione ai vescovi dei tribunali preposti all'indagine sugli eretici che furono posti alle dirette dipendenze del pontefice, fu il primo passo verso la creazione di un unico Tribunale dell'Inquisizione Fu bandita una V crociata indirizzata verso l'Egitto Vennero istituzionalizzati nuovi movimenti religiosi, come gli Ordini mendicanti, come alternativa ai movimenti pauperistici. - GLI ORDINI MENDICANTI Poichè la presenza degli ordini pauperistici metteva in difficoltà l'autorevolezza della Chiesa, Innocenzo III promosse la creazione di nuovi movimenti religiosi, detti Ordini mendicanti, che intendevano porsi come alternativa ad essi. In particolare, si affermarono due ordini: quello domenicano Durante il concilio lateranense del 1215, Domenico Guzman da Caleruega ottenne l'approvazione dal pontefice di poter istituire un nuovo ordine religioso. Il principio di base dell'ordine domenicano, insieme alla povertà e alla predicazione, è lo studio. I domenicani occuperanno anche un ruolo di rilievo nelle università attraverso figure come Tommaso d'Aquino e Alberto Magno. Occuperanno un ruolo di rilievo nel Tribunale dell'Inquisizione. quello francescano Francesco d'Assisi, figlio di un ricco mercante, si convertì per perseguire una vita povera e isolata. Successivamente, decise di dedicarsi alla predicazione della penitenza, chiedendo a Innocenzo III l'approvazione, che ottenne, nonostante l'iniziale avversione del pontefice. Egli prese anche parte alla V crociata per cercare la conversione degli infedeli. A causa delle pressioni della Chiesa romana perchè la comunità francescana rientrasse in strutture canonicamente più regolari, Francesco rinunciò alla guida del movimento. Nel 1223 papa Onorio III giunse ad un compromesso approvando una REGULA BULLATA, che, oltre ad insistere sugli ideali di castità e povertà, ribadiva l'obbedienza alla Chiesa e rendeva meno tassativi alcuni ideali di vita rigida stabiliti in precedenza da Francesco. Dopo la sua morte, nel 1228, Francesco fu proclamato santo. Gli ideali di vita proposti dal movimento francescano erano ancora percepiti dalla Chiesa come una minaccia. Ci si sforzò quindi di rendere la memoria del santo meno sovversiva, furono redatte da Bonaventura da Bagnoregio delle biografie in cui la santità di Francesco fu resa un modello irraggiungibile di perfezione (come le stimmate). Anche nell'ordine si accrebbe la frattura tra conventuali, disposti ad un'interpetazione meno rigida della regola, e rigoristi. Tra le due fazioni prevalse quella dei conventuali con l'ascesa di Bonaventura. BONIFACIO VIII Successore di Innocenzo III fu Celestino V, che abdicò non riuscendo a far fronte alle varie pressioni da parte del clero. Per questa ragione, fu poi collocato da Dante nel cerchio degli ignavi. Egli lasciò il posto a Bonifacio VIII, che aveva intenzione di ristabilire la teocrazia papale, ma si erano affermate le monarchie territoriali. Un primo scontro si ebbe dunque con Filippo IV il Bello, re di Francia, che per risanare le casse del proprio stato impose anche al clero pesanti tasse. Bonifacio proibì il prelievo fiscale e il sovrano vietò l'uscita della decima diretta a Roma dal proprio regno. L'anno successivo, Bonifacio indisse il primo Giubileo (o anno santo) del 1300, durante il quale concesse le indulgenze plenarie per i peccati a chiunque si fosse recato in pellegrinaggio a Roma. Ciò portò molto denaro a Roma. Nel 1302 si riaccese lo scontro con Filippo il Bello, così Bonifacio emanò una bolla, la Unam sanctam, che preludeva alla convocazione di un concilio per deporre il re. Quest'ultimo però inviò a Roma uno dei suoi consiglieri che fece arrestare Bonifacio ad Agnani, egli fu poi liberato ma morì poco dopo. IL PERIODO AVIGNONESE Nel 1305, l'arcivescovo di Bordeaux fu eletto papa con il nome di Clemente V. Egli si stabilì la sede papale nella città Avignone nella Francia meridionale, la quale fu impreziosita da uno splendido palazzo gotico "il Palazzo del Papi”. La politica papale fu infatti fortemente condizionata da Filippo il Bello, creando una chiesa totalmente gallicana. Il periodo avignonese viene considerato come una fase negativa nella storia della Chiesa, Dante stesso nella Divina Commedia collocò all'inferno sia Bonifacio VIII che Clemente V. Personalità religiose di rilievo, come santa Caterina da Siena, lo interpretarono come un momento di crisi del papato, corrotto dal re di Francia. Al contempo, in Italia si era creato un vuoto di potere e per impedire conflitti tra le varie famiglie aristocratiche furono inviati alcuni cardinali con il compito di ristabilire l'autorità papale. Cola di Rienzo, un notaio nominato tribuno della plebe, e Francesco Petrarca condividevano con molti altri intellettuali l'idea umanistica di rinnovare le strutture comunali e imperiali. Dopo essere stato imprigionato e processato come eretico ad Avignone, Cola fu liberato per intercessione di Francesco Petrarca, per poi essere nominato senatore a Roma. Il cardinale spagnolo Egidio Albornoz emanò nel 1357 le Costituzioni Egidiane, con le quali sosteneva lo stato della Chiesa e l'organizzazione interna. SCISMA D'OCCIDENTE Nel 1377, Gregorio XII riportò la sede papale a Roma, ma questo provocò una frattura all'interno della Chiesa. Alla sua morte, l'arcivescovo Urbano VI fu eletto papa dal popolo romano, ma dopo pochi mesi i francesi nominarono un antipapa, Clemente VII, stabilento nuovamente la sede pontificia ad Avignone. La chiesa sarebbe stata divisa tra due papi per alcuni anni, questa situazione paradossale prende il nome di Scisma d'Occidente. Lo scisma ebbe fine con il Concilio di Costanza, nel quale l'imperatore Sigismondo di Lussemburgo depose i tre pontefici di quel periodo. Venne poi eletto Martino V, un cardinale romano che fissò definitivamente la sede pontificia a Roma. Il potere della Chiesa era fortemente indebolito dal conflitto e il concilio sosteneva la propria superiorità rispetto al pontefice (dottrina del conciliarismo). FONDAZIONE DELL'IMPERO OTTOMANO e CADUTA DI COSTANTINOPOLI L'imperatore di Nicea, Michele VIII Paleologo, nel 1261 riconquistò Costantinopoli ponendo fine alla vita dell'impero latino. Mentre i territori di dominio bizantino si riducevano, nell'Asia minore e nei Balcani si affermava la dinastia dei turchi Ottomani. L'impero ottomano si espanse in medio-oriente e in Africa settentrionale, diventando un pericolo costante per le potenze occidentali (assedio di Vienna). Avvertita la minaccia turca, Manuele II fece edificare una grande linea fortificata sull'istmo di Corinto per impedire gli attacchi degli Ottomani, ma la situazione era ormai precipitata. Nel maggio del 1453, il sultano Maometto II mise fine all'impero bizantino dopo quasi un millennio, con l'ultima difesa di Costantino XI. Il nuovo impero ottomano avviò un processo di islamizzazione e di accentramento del potere. LA GUERRA DEI CENT'ANNI (1337-1453) Si tratta di una serie di conflitti tra la monarchia francese e quella inglese. Le cause principali del lungo conflitto furono, come sempre, natura dinastica ed economica, e in particolare il legame feudale tra le due monarchie. Il re d'Inghilterra era feudatario del re francese. Quando la dinastia Capetingia si estinse con la morte senza eredi di Carlo IV (1328), fu fatto valere il principio dell' illegittimità di una successione femminile. Il re d'Inghilterra Edoardo III fu escluso dalla successione monarchica, in favore di Filippo VI di Valois. Questo portò all'insurrezione di Edoardo III, che decise di attaccare la Francia. Gli inglesi erano più forti dal punto di vista militare e riuscirono ad avere la meglio in diverse battaglie (l'Ecluse -1340, Crecy - 1346, Poitiers - 1356) e a catturare il sovrano francese Giovanni II. Risalta in questi scontri la diversa concezione della guerra delle due monarchie: la Francia basava il proprio esercito sulla cavalleria pesante corazzata seguendo gli ideali cavallereschi; gli inglesi disponevano invece di una elite di professionisti. A causa di una rivolta contadina, i francesi furono costretti a sottoscrivere una pace a Bretigny nel 1360. Con questa pace, venivano concessi diversi territori agli inglesi ed Edoardo III rinunciava alla corona francese. Lo scontro si riaccese nel 1369, quando i Francesi tentarono di riconquistare i territori sottratti dagli inglesi. Questa volta l'esercito francese, che adottò una tattica di logoramento (rapide incursioni), ebbe maggiore fortuna ed arrivò alla morte di Carlo V (1380) ad aver riconquistato molti dei territori perduti. Alla fine del secolo (1389), fu concordata una tregua tra le due fazioni e nel 1396 il re inglese Riccardo II sposò la figlia del re di Francia. Gli scontri avevano però contribuito all'instabilità del regno di Francia che si ritrova a vivere, contemporaneamente, la guerra, la pandemia e la guerra civile. L'inesperienza del nuovo re francese, Carlo VI, portò Luigi | duca d'Orleans e Filippo II l'ardito duca di Borgogna e conte di Fiandra a contendersi il potere. Nacquero così due fazioni: gli Armagnacchi (o Orleanisti) e i Borgognoni. Luigi d'Orleans fu assassinato dal figlio di Filippo, Giovanni Senza Paura e scoppiò un grande conflitto. Per avere la meglio sugli avversari, i Borognoni chiesero aiuto alla corona inglese che, nel frattempo, era sotto il controllo dei Lancaster. Quando Enrico V di Lancaster ascese al trono, l'Inghilterra riaccese lo scontro contro l'ormai debole Francia. Nel 1414 rivendicò il trono francese chiedendo in sposa Caterina, figlia di Carlo VI, senza però ottenere successo. Nel 1415, decise allora di intraprendere una trattativa per ritornare agli equilibri territoriali di Bretigny con l'aggiunta della Provenza. La Francia ovviamente avanzò una controproposta ed Enrico rispose con l'invasione. Ad Anzicourt, nel 1415, gli inglesi sbaragliarono il più potente esercito francese e presero prigioniero Carlo d'Orleans. A questo punto, Enrico potè rivendicare la corona francese che gli fu assegnata con il Trattato di Troyes. Tutto lasciava intendere che la guerra fosse terminata ma ci fu l'intervento di una giovane contadina analfabeta, Giovanna D'Arco. Giovanna convinse il Delfino di essere l'inviata di Dio per sconfiggere gli usurpatori inglesi e riuscì a rianimare l'esercito francese, consentendogli di rompere l'assedio. In seguito ad una vittoria a Patsy, Carlo raggiunse Reims, dove fu incoronato come Carlo VII. Nel frattempo gli inglesi risposero con la doppia incoronazione di Enrico VI e riuscirono a condannare al rogo Giovanna D'Arco con l'accusa di stregoneria ed eresia. Nel 1435, si sciolse l'alleanza degli inglesi con Borgognoni che si riavvicinarono ai Valois facendo si che Parigi tronasse in mano francese. Si ritornò quindi allo scontro. L'esercito francese era adesso molto più organizzato ed efficiente e, con la caduta dell'Aquitania (da sempre legata alla corona inglese), la guerra si concluse con la definitiva vittoria della Francia. REGNO D'INGHILTERRA Con la Magna Charta la nobiltà inglese aveva ottenuto il diritto di imporre il proprio assenso alle richieste fiscali della corona, ma l'amministrazione e la giustizia erano rimaste sotto il controllo della burocrazia regia. La common law si fondava sulla Magna Charta, sulle costituzioni di Clarendon e sulle norme emanate da Edoardo Plantageneto. Nel 1264, venne collocato a Londra un parlamento rappresentativo dell'intero regno. Alla Camera alta (dei lords, alta aristocrazia) venne affiancata la Camera bassa (commons, alta borghesia) e il parlamento aveva il diritto di intervenire nelle decisioni che spettavano al sovrano. GUERRA DELLE DUE ROSE Vi era in corso una crisi dinastica tra le famiglie Lancaster e York. Riccardo, duca di York, entrò in contrasto con il sovrano Enrico IV Lancaster. Questo scontro viene ricordato come guerra delle due rose poichè entrambe le dinastie avevano nel loro emblema una rosa, rispettivamente rossa e bianca. Al termine del conflitto, si impose Enrico Tudor, discendente dei Lancaster, che suggellò definitivamente la pace sposando Elisabetta di York. REGNO DI FRANCIA In Francia, il Parlamento, prende il nome di “Stati Generali”. Si trattava di un'assemblea composta da rappresentanti di nobiltà, clero e borghesia con il compito di deliberare e ripartire le imposte. I rappresentanti degli Stati Generali venivano eletti nei cosiddetti "Stati provinciali". Ci fu un importante complesso di riforme, detto "reformation" che aveva l'obiettivo di limitare i poteri di intervento del sovrano. Il Consiglio del re constava di diverse figure: connestabile (capo dell'esercito), cancelliere, nobili e alti prelati, specialisti di diritto (avvocati). Nasce la burocrazia come insieme di uffici amministrativi. Si registra, dal punto di vista finanziario, il primo censimento del fuoco fiscale a partire anche dalle chiese. Il controllo della fiscalità si rivelò un tema strategico. I diversi competenti funzionari ed il personale stabile (sempre più laico) resero la Francia lo stato più florido dell'Europa occidentale dal punto di vista economico. Nascono la nobiltà di toga (che si affianca alla nobiltà di spada) e i parlamenti (uffici addetti alla trascrizione dei provvedimenti regi). Come abbiamo visto, durante la guerra dei Cent'anni, si erano contrapposte la fazione degli Armagnacchi e quella dei Borgognoni. I primi erano favorevoli alla supremazia della corona; i Borgognoni puntavano ad un ridimensionamento dell'attività regia. La monarchia francese, ispirata dalla figura di Giovanna D'Arco, avviò una grande serie di riforme. Carlo VII emanò a Bourges la “Prammatica Sanzione” che stabiliva la superiorità dell'autorità dei Concili su quella del papa, la nascita di un esercito permanente e l'indipendenza della chiesa gallica a da Roma. Vennero nominati degli ambasciatori che intermediavano con gli altri stati europei e le assemblee rappresentative locali persero potere. PENISOLA IBERICA Era frammentata in vari regni. In quello di Castiglia-Leòn, la guerra contro gli stati musulmani, iniziata dopo la battaglia di Las Navas de Tolosa, aveva garantito alla monarchia l'appoggio delle famiglie aristocratiche. Per far fronte allo sviluppo di nuove signorie territoriali, i sovrani crearono un sistema di giustizia basato sui funzionari, ma nel XIV secolo il potere monarchico si ridusse notevolmente. L'aristocrazia approfittò della situazione assumendo il controllo di ampi territori, nonstante i sovrani detenessero ancora il controllo di alcune entrate fiscali. Il regno di Aragona vive una fase di rafforzamento dal punto di vista economico e di espansione dopo aver preso parte alla battaglia di Las Navas de Tolosa contro i poteri musulmani nel 1212. Il controllo della Sicilia e della Sardegna garantì un'ampia possibilità di manovra sui traffici commerciali, per cui nel 1359 fu istituita la Generalitat, un organo di controllo fiscale. Durante la metà del XIII secolo una guerra civile coinvolse la monarchia castigliana e quella aragonese. Il conflitto fu risolto soltanto nel 1469 con il matrimonio tra Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona, l'unificazione dei due regni non fu semplice e il periodo d'integrazione fu molto lento e contrastato. Un elemento unificante fu quello della religione, i due passarono alla storia come i "re cattolici". REGNO DI GERMANIA La "Bolla d'Oro" (emanata da Carlo IV - 1356) definiva le modalità di elezione dell'imperatore ed aveva inoltre un ruolo ideologico e simbolico. Furono designati 7 grandi principi elettori, 4 laici e 3 ecclesiastici. La corona non era ereditaria. ciò determinava la frammentazione dell'impero. L'impero era diviso in "lander" retti da un signore e governati sulla base di un diritto comune. L'impero assume sempre di più una posizione centroeuropea. L'EUROPA CENTRO-ORIENTALE In seguito alla lotta contro gli ottomani, si manifesta una sempre più evidente preminenza sociale dell'aristocrazia. I regni di Ungheria e Polonia-Lituania vivono fasi di espansione. [La debolezza della Polonia è sempre stata la non ereditarietà e l'elettività della corona] L'esercito polacco riuscì a sconfiggere i Cavalieri teutonici a ad annettere a se gran parte del territorio prussiano. Con Ivan III il Grande, il granducato di Mosca si pone come erede politico e religioso dell'impero bizantino e respinge l'attacco dei tatari. LA PESTE: CRISI DEL TRECENTO E RIPRESA DEL QUATTROCENTO Nel '300, a causa di cambiamenti climatici e cattive annate dal punto di vista agricolo, il processo produttivo si arresta. Iniziano a diffondersi carestie e malattie ed aumenta consequenzialmente l'indice di mortalità generale. Quando arrivò la peste, la popolazione era già notevolmente indebolita ed in condizioni igienico-sanitarie particolarmente precarie. Per questo motivo, si diffusero contagi e morti. La peste era un fenomeno difficilmente comprensibile per l'epoca. La prima teoria che venne in mente, fu che potesse esserci una relazione tra peste ed ebrei. Iniziarono per questo atti vandalici e denigrazioni nei loro confronti. Per timore del contagio, ci furono gravissime ripercussioni anche sociali: incombeva la paura dell'altro. Vennero dimenticati i valori cortesi del tempo. Le conseguenze della peste furono gravissime. La pandemia aveva colpito sia le città che le campagne e si registrò un importante calo demografico. A questo punto, ci si spostò dall'agricoltura all'allevamento (che era più redditizio). Il problema principale risiedeva nella mancanza di lavoro. MOTI CONTADINI La crisi ed il malcontento sfociarono in vere e proprie rivolte, specialmente in Francia (Jacquerie) e in Inghilterra (scatenata dall'introduzione di una tassa che tutti i cittadini di età superiore ai 15 anni dovevano versare al sovrano del luogo, senza distinzione di salario, la Polltax). La popolazione chiedeva aumenti dei salari, maggiori benefici (appartenenti alla Chiesa), ecc... Tutte le sommosse e le rivolte furono sempre represse con spargimento di sangue.