Il DNA Ha una Struttura a Doppia Elica
Dopo la scoperta di Hershey e Chase, James Watson e Francis Crick si lanciarono alla scoperta della struttura del DNA. Utilizzando un'immagine cristallografica ottenuta da Rosalind Franklin, compresero che il DNA aveva una struttura a doppia elica con dimensioni specifiche: 2 nanometri di diametro, 2 metri di lunghezza e 3,4 nanometri di distanza tra le basi azotate.
Inizialmente, ipotizzarono che le basi azotate si appaiassero tra loro per similitudine, ma questo modello creava rigonfiamenti incompatibili con i dati osservati. Capirono allora che le basi azotate sono complementari: le purine (A e G) si appaiano sempre con le pirimidine (T e C), formando le coppie A-T e G-C. Questo confermava i dati ottenuti da Erwin Chargaff, che aveva scoperto che la quantità di purine è sempre uguale a quella di pirimidine.
I geni furono ipotizzati per la prima volta da Gregor Mendel con i suoi esperimenti sui piselli. Il termine "gene" fu coniato da Wilhelm Ludvig Johannsen, mentre Thomas Hunt Morgan dimostrò la loro posizione sugli alleli. George Wells Beadle ed Edward Lawrie Tatum stabilirono il principio "un gene, un enzima", poi generalizzato in "un gene, un polipeptide".
Nota importante: Il modello della doppia elica del DNA è spesso paragonato a una scala a chiocciola, dove i montanti sono formati dallo scheletro zucchero-fosfato e i pioli sono i legami idrogeno tra le basi complementari.