Lo stile e la lingua di Plauto
Plauto è un vero architectus (inventore) delle parole! Le sue metafore trasformano tutto in immagini potentissimi: i conflitti tra servi e padroni diventano "guerre" con veri imperatores (comandanti), l'arte drammaturgica si trasforma in arte culinaria.
Le similitudini e le filastrocche verbali creano un effetto comico irresistibile attraverso l'esagerazione. È come un rapper antico che gioca con le parole per stupire e far ridere!
La sua tecnica del "vortere barbare" (tradurre in modo barbaro) non significa semplicemente tradurre dal greco, ma reinventare completamente. È un creative director che adatta contenuti stranieri al gusto romano.
La lingua d'uso di Plauto è il latino parlato quotidiano, pieno di elementi affettivi, esclamazioni, interiezioni. È il linguaggio della strada, immediato e coinvolgente, molto diverso dalla lingua scritta e formale.
Plauto vs Terenzio: mentre Plauto punta tutto su comicità, metateatro e partecipazione del pubblico con maschere fisse, Terenzio preferisce personaggi più umani, tematiche etiche e un pubblico che giudica anziché partecipare.
Confronto chiave: Plauto rappresenta valori assoluti (mos maiorum) con comicità esplosiva, Terenzio valori relativi con riflessione più profonda.