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La letteratura latina | III superiore

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 introduzione
le prime famiteratura
La letteratura, la filosofia, la
storia, tutte le forme di cultura appartenevano allo splendore del mond

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riassunti di letteratura latina 🫶 questi sono tutti gli argomenti che ho fatto in terza superiore contenuti: - la letteratura delle origini - i primi autori - il teatro romano - plauto - catone - terenzio - cesare - catullo

 

3ªl

Sintesi

introduzione le prime famiteratura La letteratura, la filosofia, la storia, tutte le forme di cultura appartenevano allo splendore del mondo greco. Davanti a ciò, i romani non potevano essere da meno: cercarono così di arrivare al livello dei greci, sulla scia della loro civiltà. siamo tra la nascita di Roma e la prima opera latina, tra il 753 e il 240 a.c., e Pimpero romano comincia il percorso della letteratura. IL CARMEN I carmina sono canti orali, recitati da figure religiose o dal pater Familias, in versi saturni. Inizialmente erano formule di preghiera, e venivano cantati in occasione di particolari festività e celebrazioni. carmen lustrale: preghiera per la purificazione dei campi recitata dal pater familias carmen fratrum Arvarum: preghiera sempre per la benedizione dei campi ma recitato dai contadini carmen saliare: preghiera recitata dai salii con spade e scudi per portare fortuna in guerra GLI ANNALES MAXIMI Gli annales, curati dal pontifex maximus, sono raccolte annuali di quanto notevole successo ogni anno che prendono il nome dei due consoli in carica per quel periodo. LE LEGGI DELLE XII TAVOLE nel 450 vennero emanate delle leggi dette delle XII tavole da una magistratura in parte di plebei e in parte di patrizi. Queste leggi, una raccolta di norme, rappresentarono un'importante Vittoria per la plebe. i primi autori I primissimi autori latini non erano romani; o meglio, nessuno di loro era nato a Roma, ed erano tutti in qualche modo legati al mondo e alla cultura greca. Di...

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loro non ci sono rimaste opere, poiché non sono più state ricopiate nel corso dei secoli, ma abbiamo alcuni frammenti grazie a Citazioni ritrovate in scritti di autori successivi. LIVIO ANDRONICO Livio Andronico, schiavo greco nato a Taranto, mise in scena nel 240 il primo dramma in latino, da un testo greco da lui adattato, segnando l'inizio della letteratura latina. Prese il nome Livio dal suo padrone, il quale lo incarico di educare i suoi figli. Andronico inoltre tradusse l'odissea in latino, in saturni. GNEO NEVIO Gneo Nevio, nato a capua, è l'unico dei primi tre autori che riesce ad Ottenere la cittadinanza romana. Però aveva un rapporto conflittuale con l'aristocrazia, in particolare con i Metelli, che lo fecero esiliare a utica. A differenza di Livio, Nevio scrisse opere che parlavamo di personaggi romani e non più greci (le praetextae per esempio, il cui nome deriva dalla toga romana); la sua opera più importante però è il Bellum Poenicum, poema epico che parte dalla fondazione di Roma e arriva alla prima guerra punica in cui combatté Nevio stesso. Le opere di questo tipo ebbero anche uno scopo pratico: alzavano il morale dei Romani stessi celebrando battaglie epiche. QUINTO ENNIO Quinto Ennio, nato a Lecce, è il primo poeta latino a comporre in esametri, ovvero utilizzando versi ideati per la lingua greca ma che sono comunque meglio dei saturni. Era chiamato "l'uomo con tre cuori" per il fatto che univa in sè tre culture: greca, latina e OSCA. LA sua opera principale sono gli Annales, un poema epico che narra la grandezza della storia di Roma, le gesta dei condottieri è anche fatti effettivamente storici; questo poema venne apprezzato al punto da diventare il poema nazionale di Roma fino all'Eneide di virgilio. Era in buoni rapporti con l'aristocrazia, in particolare modo con gli scipioni, tanto che venne sepolto nella loro tomba. il teatro romano Il teatro romano era un evento che si verificava in occasione di festività (nazionali ma anche private) e celebrazioni (come i trionfi), in cui le rappresentazioni teatrali erano organizzate insieme a gare sportive e altri giochi. sicuramente questo tipo di celebrazione prende spunto dal mondo greco, ma ci sono anche importanti differenze tra i due teatri: il teatro romano era pensato per puro divertimento, mentre quello greco aveva uno scopo educativo in Grecia i teatri erano fissi, a Roma no era "saturo” a il teatro greco era solo recitato mentre nel teatro romano c'era una varietà di generi e arti quali canto, danza e recitazione I GENERI TEATRALI Le commedie romane erano principalmente di due tipi: la fabula togata, dal nome dellatoga romana, che era ambientata nel mondo romano (ma si manteneva abbastanza delicata, per non esporre troppo i personaggi appunto romani); la fabula palliata, dal pallium che era il mantello greco, che invece aveva ambientazioni e personaggi greci. La seconda in particolare prevedeva parti cantate tanto da essere "commedia musicale". Era più apprezzata anche solo per il semplice fatto che era più facile ridere dei greci che della propria città. Anche le tragedie si dividevano in due tipologie: la fabula cothurnata, dal nome del calzare degli attori, che parlava delle leggende e della mitologia romana; la fabula praetexta, dalla toga dei magistrati, che invece narrava episodi della storia di Roma e gesta di antichi condottieri. LA FABULA ATELLANA un altro genere importante era la fabula atellana, popolaresca e per questo di linguaggio volgare che aveva ambientazione osca (in quanto questa popolazione era considerata divertente perché rozza e arretrata) e soprattuto personaggi fissi ricorrenti, detti personae oscae. EXPRIMERE O VERTERE Nelle opere romane non era raro trovare opere greche tradotte o rivisitate, o parti di componimenti latini che comparivano in più opere. In termini, era definito "exprimere» il prendere un'opera non propria è riportaria come tale, mentre "vertere» voleva dire reinterpretare un testo a modo proprio. Anche la pratica della cosiddetta "contaminazione”, ovvero Punione di parti di opere e altre opere, usata spesso nella palliata a causa della presenza di personaggi stereotipati. tite maccio plante Il primo autore di cui abbiamo un'opera pressoché intera non era romano: Tito Maccio Plauto, uno dei più importanti commediografi romani, nato a sarsina. I suoi tre nomi (tria nomina), tipici dell'aristocrazia (e interpretabili come un verso a questa, dato che Plauto decisamente non era aristocratico), gli furono dati probabilmente a teatro: maccio deriva da maccus, personaggio tipico della fabula atellana; e Plauto, letteralmente "dai piedi piatti" riferito al buffo modo che aveva di camminare quando interpretava un particolare personaggio (infatti, prima di autore, Plauto è stato attore). per i romani quindi, Plauto era “Tito, il pagliaccio dai piedi piatti". NUMERI INNUMERI L'espressione "numeri innumeri" è tratta dall' epigrafe di plauto: questo perché, alla sua morte, gli venne riconosciuto un corpus di circa 120-130 titoli perché altri autori, sperando di attirare spettatori, mettevano il suo nome nelle opere. Le sue commedie però non diventarono famose per le trame - che erano di solito tradotte dal greco spesso cambiando dialoghi, scene, personaggi o intere parti di trama - ma vennero invece apprezzate molto per le battute e i giochi di parole che Plauto inseriva. Inoltre i personaggi erano stereotipati e ricorrenti, come nella fabula atellana, con un ruolo ben preciso nella storia. spesso inoltre nelle sue opere aggiungeva la musica (che nel teatro romano era molto più importante rispetto a quello greco) che componeva lui stesso, rendendo alcune delle sue opere quasi dei musical. I PERSONAGGI sappiamo che i personaggi di Plauto erano ricorrenti, stereotipati e non "a tutto tondo" ma con solo alcune caratteristiche o tratti caratteriali che però sono costanti. c'erano quindi pochi personaggi ma tipici: vecchio (senex) parodia del pater familias, tormenta i figli perché severo e avaro. A volte è pure rivale in amore con il figlio (senex amans) giovane (adulescens) Ragazzo di buona famiglia di solito innamorato; è ingenuo, non riuscirebbe a combinare nulla senza l'aiuto del suo servo. parassita (parasitus) Personaggio inaffidabile che cerca di farsi invitare a cena matrona (uxor) donna perbene dedita alla famiglia, autoritaria e accorta schiavo (servus) È astuto e intelligente, crea intrighi e strategie per aiutare il suo padrone. Nella scena è lui che orchestra gli eventi sfruttatore (leno) figura negativa nella storia, commercia in ragazze e rappresenta il principale ostacolo degli innamorati. cortigiana (meretrix) donna dai Facili costumi ma a volte molto gentile, ha spesso un passato tormentato ragazza (virgo) figura delicata e fedele, innamorata di un giovane tirchio (avarus), servetta (ancilla), cuoco (Cocus), soldato spaccone (miles gloriosus) figure marinali ma comunque presenti, che aiutano altri personaggi o hanno un ruolo puramente comico Mentre nel teatro greco i difetti dei personaggi erano difetti comuni e portavano gli spettatori a interrogarsi sul loro stesso carattere, riconoscendosi in alcuni tratti dei personaggi, in Plauto questa morale non è presente perché le caratteristiche dei personaggi sono esagerate per essere comiche. LE TRAME così come i personaggi, anche le trame avevano clichè o strutture ricorrenti. spesso cambiavano i personaggi, anche se il loro ruolo rimaneva sostanzialmente lo stesso. Principalmente, si riconoscono: - il doppio: due persone simili, gemelli o anche impersonificazioni, generano una serie di equivoci; - la creazione di un tipo: si crea un personaggio dalle marcate comico, su cui si incentra la storia; caratteristiche, - il riconoscimento: un personaggio, in passato rapito o abbandonato, dopo tanto tempo viene riconosciuto dai propri cari. LE CARATTERISTICHE Nello stile di Plauto sono riconoscibili alcuni elementi, sia trovati in altre opere sia nuovi. Tra questi ci sono il prologo personificato, cioè narrato da un personaggio, e il "metateatro", ovvero il fatto che spesso gli attori parlavano della scena e della storia. Anche dal punto di vista linguistico ci sono particolarità: le “tirate” per esempio, che sono linee di dialogo di molte parole dette tutte di seguito, o l'aggiunta di parole inventate (per esempio, creando superlativi). In generale il latino di Plauto è una lingua popolare, spesso volgare, è molto duttile. sicuramente molte delle sue commedie sono ispirate alle opere greche di Menandro, autore greco, ma nelle versioni romane i personaggi sono molto più piatti e senza morale; in compenso si è mantenuta la tendenza di citare istituzioni governative, greche o latine. Ah, era anche solito terminare le opere con "applaudite!”. LE OPERE Plauto ha scritto parecchie opere, molte delle quali ci sono pervenute, anche se non intere. Per citarne alcune, - Anfitrione: Giove, per avvicinare una ragazza, impersonifica il marito di lei mentre Mercurio impersonifica il servo sosia - Aulularia: un uomo trova una pentola d'oro che diventa la sua unica preoccupazione - miles gloriosus: un soldato non molto furbo vuole una ragazza promessa ad un giovane, ma viene raggirato dal servo del ragazzo - casina: un padre si contende una ragazza col figlio, ma prende bastonate dalla moglie Nell'Aulularia Euclione, un vecchio che ha trovato una pentola d'oro (probabilmente sotto l'arcobaleno) e molto paranoico, è convinto che Megadoro (quarantenne ricco) Stia chiedendo la mano di sua figlia per arrivare al suo oro. Alla fine in realtà la tipa si mette con un altro. Il protagonista in Miles Gloriosus è Pirgopolinice, soldato fanfarone che ama raccontare di tutte le sue imprese accadute per davvero!!!! Palestrione invece è il servo di Pleusicle, giovane innamorato di una cortigiana del soldato che vogliono salvare in missione segreta. unitar istoteliche Le unità Aristoteliche sono tre condizioni che (come dice il nome) vennero identificate da Aristotele riguardo le tragedie greche. Queste tre indicazioni sono tempo, azione e spazio, e servono ad identificare dei limiti nella scenografia che permettano alla trama di avere costanza e filo logico: - tempo: la storia deve svolgersi nell'arco di circa un giorno, o i fatti Si disperderebbero - azione: bisogna seguire una sola scena alla volta così che il pubblico si concentri solo su quella - spazio: non si possono usare luoghi troppo lontani o diversi tra loro, sarebbe complicato sia introdurli sia spostare i personaggi marco por Loy Nell'anno 234 a.c., a Tuscolo, Mato Porcio catone nacque contadino in una famiglia di cittadinanza romana. Intraprese inizialmente una carriera militare, parallela a quella agricola, e dopo aver combattuto nella seconda guerra punica si trasferì a Roma. Qui intraprese, su consiglio di Lucio valerio Flacco, il percorso del cursus honorum da homo novus, legandosi particolarmente alla censura. Fu decisamente fedele agli ideali del mos maiurum e quindi sfavorevole alle guerre; ma nonostante ciò insistì parecchio per attuare la guerra contro cartagine (si dice portasse al senato un cesto di fichi freschi ogni giorno provenienti dalla città africana, per dire che "carthago delenda est»). La sua quindi è una corrente tradizionalista e conservatrice, che influenzerà anche le sue opere. LE OPERE Tra le opere più caratteristiche di catone si trovano sicuramente le orazioni, ovvero i suoi discorsi pronunciati durante la sua carriera politica, in cui egli mostra il suo modo di intendere la retorica, e di conseguenza anche Poratoria, come strumento per il bene della collettività e dello Stato. Addirittura, ad un certo punto fece cacciare da Roma tre filosofi perché temeva che la loro eloquenza interferisse con questo ideale. Il suo stile era disadorno, poco studiato, ma purtroppo ci rimangono solo dei frammenti. Le origines, però, sono sicuramente l'opera più importante: di tipo storico, narrano la storia dalla fondazione di Roma all'epoca contemporanea in 7 libri. È la prima opera storica in latino, e presenta una caratteristica particolare: non viene nominato nessun personaggio, soldato o politico famoso che sia, se non l'elefante siro è un centurione. Questo dimostra l'idea di catone di una storia fatta dalla gente comune, e anche la sua avversione verso la famiglia degli scipioni che era la personificazione del contrario. Ricordiamo anche il De Agricoltura (trattato tecnico), il carmen de moribus e iLibri ad Marcum filium (opere pedagogiche). publio terenzio afro schiavo venuto dall'Africa, più precisamente da cartagine, Publio Terenzio Afro Si dice fosse nato nel 185, anche se probabilmente la data è stata avvicinata a quella della morte di Plauto e gli storici considerano più probabile che sia nato nel 195. Liberato dal suo padrone, da cui prese il nome Terenzio, scrisse solo 6 commedie perché morì parecchio giovane, durante un viaggio in Grecia, circa nel 159. ciò che lo distingue tanto dal suo predecessore è la caratterizzazione dei personaggi: sono a tutto tondo, non stereotipati, hanno addirittura un minimo di evoluzione durante la storia. Probabilmente questo è dovuto alla sua dedizione all'Humanitas, cioè l'interesse e l'affetto nei confronti di tutti gli individui in quanto uomini. Durante la prima commedia che mise in scena, Þнесуra, gli spettatori se ne andarono per assistere ad uno spettacolo di pugili funamboli. La seconda volta, andarono a vedere uno "Sono un uomo: niente dell'uomo c'è che non m'importi." - cremete, Heautontimorumenos scontro tra gladiatori, ma la terza, grazie alla presenza di un attore rinomato, attirò molti spettatori e fu un successo. LE 6 COMMEDIE Le sei commedie di Terenzio vennero composte dal 166 al 160 a.c. e la maggior parte sono ispirate alle opere di Menandro. In ordine, sono: l'Andria (dall'omonima opera, appunto, di menandro), l'íeсyra (creata da una combinazione di una commedia di Apollodoro e una di Menandro), I'Heautontimorumenos, l'Enunchus (entrambe da Menandro), il Phormio (che è una rivisitazione dell'несyra) e l'adelphoe (anche questa da Menandro). gaio giulio cesare uno dei personaggi più importanti della storia romana fu anche scrittore: Gaio Giulio Cesare, o più semplicemente cesare, nacque nel 100 a.c. e divenne proconsole in Gallia nel 58. Dovendo tenere aggiornato il senato sulla situazione, e anche per rassicurarlo sui motivi delle sue azioni, scrisse i commentarii (de bello gallico e de bello civili): il primo è un'opera etnografica, in quanto descrive la Gallia e altri popoli, e in cui, per dare un senso di oggettività (assolutamente falsa), cesare scrive di sè stesso in terza persona; mentre nella seconda opera cesare racconta la guerra civile contro Pompeo. Si tratta di storiografia memorialistica: Scritti (o anche solo appunti) di coloro che hanno vissuto le esperienze in prima persona, spesso autocelebrativi, che diventano quasi una sorta di diario. LO STILE LO Stile di cesare è caratterizzato dalla "brevitas", cioè l'essenzialità delle frasi, che è parte dello stile detto atticista a sua volta. contrapposto a quello asiano (il primo è caratterizzato da periodi semplici e puliti, l'altro invece è più ricco e raffinato) di cui era esponente cicerone, che però lodava le opere di cesare per il suo Stile (non assolutamente per ingraziarsi il futuro imperatore, nono). IL CONTENUTO Nei suoi commentarii cesare descrive i popoli da un punto di vista sociale e politico, ad esempio distinguendo la Gallia in "Citeriore" (prima delle Alpi) e "ulteriore" (Oltre le Alpi) O parlando di "Gallia narbonense", la prima regione della Gallia ad essere stata civilizzata. Descrive anche le sue azioni, che sul piano pratico gli servono ad avere le condizioni per una "guerra giusta" (bellum iustum). la poesia tia vo to this Il più grande autore di lirica dell'antichità, Gaio valerio catullo, naque nell'84 a.c. a verona, che all'epoca era parte della Gallia cisalpina, in una famiglia benestante che in certi momenti della spedizione in Gallia ospitò cesare (che però a catullo stava antipatico, tant'è che per quel poco che gli initeressava prese comunque posizione contro di lui). Da provinciale si trasferì poi a Roma, dove si dedicò all'otium letterario (che in latino è il tempo libero, per cui catullo scelse di parlare non di politica ma invece di cose come l'amore). CATULLO E CLODIA catullo nel 61 a.c. incontrò clodia, sorella di Publio clodio, con cui cominciò una relazione (anche se avevano tipo 10 anni di differenza e lei era sposata, ma non che se ne curasse tanto di suo marito in realtà). Lui la chiama Lesbia, dal nome Lesbo dell'isola greca natale della poetessa saffo a cui catullo si ispira. La loro è una storia particolare, perchè clodia (pur amandolo eh, non che non fosse seria) non si sentiva vincolata a lui, che invece la vedeva come una sposa in un patto di fides; per questo motivo la loro relazione è vista da catullo come un insieme di alti e bassi che lui descrive con "Odi et amo". La situazione precipitò un po' quando, in occasione della morte del fratello, catullo tornò a verona mentre clodia rimase a Roma; al che lui era geloso perchè lei aveva altri amanti (e tral'altro suo marito era morto) oltre a lui, quindi comincia a scrivere poesie mezzo criticandola mezzo criticando sè Stesso. catullo morì infine di una malattia incurabile probabilmente nel 54 a.c. (ma le date, sia di nascita che di morte, sono incerte e dibattute). È vero anche che catullo aveva avuto vari amanti, tra cui mogli di uomini eminenti o direttamente gli uomini eminenti (menzione speciale a Giovenzio) HIL LIBER L'opera di catullo è il liber, una raccolta di poesie (o, alla latina, carmen) che lui aveva prima pubblicato singolarmente e poi messo insieme, ma che venne riordinato dai suoi amici poeti dopo la sua morte (i quali aggiunsero anche delle poesie che lui aveva lasciato fuori). Lo si può dividere in tre sezioni: - le nugae (carmi 1-60) che letteralmente vuol dire qualcosa come "bazzecole", ovvero poesie di tipo vario e di tema principalmente amoroso -i carmina docta (carmi 61-68) che erano composizioni più ricercate e complesse, e avevano modelli greci e temi anche mitologici. Probabilmente erano quelle su cui catullo contava per renderlo famoso - gli epigrammi (69-116), anche loro di argomento vario, che Fondamentalmente sono come le nugae Il modello principale a cui catullo e i poetae novi si ispirano è callimaco, caposcuola della poesia nascente dopo la fondazione della biblioteca di Alessandria, con ideale supremo la raffinatezza, l'eleganza e la scelta di tematiche leggere e private (tipo che catullo ha un carmen su un uccellino) 1 CARMEN Dei vari componimenti di catullo, ne ricordiamo alcuni di Significativi: 1: il proemio, in cui catullo parla della sua opera come "libellum", lo dedica a cornelio Nepote e invoca la protezione della vergine protettrice 93: Catullo prende distanze da cesare e dice che non gli interessa 49: risposta per le rime a cicerone con un elogio ironico, perchè aveva insultato clodia 101: compianto accorato per il fratello morto, in cui si sottolinea Pimpossibilità di un dialogo con le sue ceneri 51: catullo paria dell'amore come una cosa contemporaneamente esaltante e devastante 5: catullo dice a Lesbia "dammi mille baci", è uno dei momenti più felici con lei 8: paria con sè stesso della necessità di separarsi dal passato con Lesbia 85: "Odio e amo": la relazione con Lesbia che viene vissuta in due maniere diametralmente opposte in contemporanea 72: Catullo dà dell'infedele a Lesbia un po' più per frustrazione che per altro 70: catullo è consapevole della fragilità della loro relazione (dice che le parole della donna all'amato che se le vuole sentir dire sono inutili) 109: concezione (solo di Catullo) del rapporto con Lesbia come "patto sacro" e speranze (un po' vane) che rimanga così

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loro non ci sono rimaste opere, poiché non sono più state ricopiate nel corso dei secoli, ma abbiamo alcuni frammenti grazie a Citazioni ritrovate in scritti di autori successivi. LIVIO ANDRONICO Livio Andronico, schiavo greco nato a Taranto, mise in scena nel 240 il primo dramma in latino, da un testo greco da lui adattato, segnando l'inizio della letteratura latina. Prese il nome Livio dal suo padrone, il quale lo incarico di educare i suoi figli. Andronico inoltre tradusse l'odissea in latino, in saturni. GNEO NEVIO Gneo Nevio, nato a capua, è l'unico dei primi tre autori che riesce ad Ottenere la cittadinanza romana. Però aveva un rapporto conflittuale con l'aristocrazia, in particolare con i Metelli, che lo fecero esiliare a utica. A differenza di Livio, Nevio scrisse opere che parlavamo di personaggi romani e non più greci (le praetextae per esempio, il cui nome deriva dalla toga romana); la sua opera più importante però è il Bellum Poenicum, poema epico che parte dalla fondazione di Roma e arriva alla prima guerra punica in cui combatté Nevio stesso. Le opere di questo tipo ebbero anche uno scopo pratico: alzavano il morale dei Romani stessi celebrando battaglie epiche. QUINTO ENNIO Quinto Ennio, nato a Lecce, è il primo poeta latino a comporre in esametri, ovvero utilizzando versi ideati per la lingua greca ma che sono comunque meglio dei saturni. Era chiamato "l'uomo con tre cuori" per il fatto che univa in sè tre culture: greca, latina e OSCA. LA sua opera principale sono gli Annales, un poema epico che narra la grandezza della storia di Roma, le gesta dei condottieri è anche fatti effettivamente storici; questo poema venne apprezzato al punto da diventare il poema nazionale di Roma fino all'Eneide di virgilio. Era in buoni rapporti con l'aristocrazia, in particolare modo con gli scipioni, tanto che venne sepolto nella loro tomba. il teatro romano Il teatro romano era un evento che si verificava in occasione di festività (nazionali ma anche private) e celebrazioni (come i trionfi), in cui le rappresentazioni teatrali erano organizzate insieme a gare sportive e altri giochi. sicuramente questo tipo di celebrazione prende spunto dal mondo greco, ma ci sono anche importanti differenze tra i due teatri: il teatro romano era pensato per puro divertimento, mentre quello greco aveva uno scopo educativo in Grecia i teatri erano fissi, a Roma no era "saturo” a il teatro greco era solo recitato mentre nel teatro romano c'era una varietà di generi e arti quali canto, danza e recitazione I GENERI TEATRALI Le commedie romane erano principalmente di due tipi: la fabula togata, dal nome dellatoga romana, che era ambientata nel mondo romano (ma si manteneva abbastanza delicata, per non esporre troppo i personaggi appunto romani); la fabula palliata, dal pallium che era il mantello greco, che invece aveva ambientazioni e personaggi greci. La seconda in particolare prevedeva parti cantate tanto da essere "commedia musicale". Era più apprezzata anche solo per il semplice fatto che era più facile ridere dei greci che della propria città. Anche le tragedie si dividevano in due tipologie: la fabula cothurnata, dal nome del calzare degli attori, che parlava delle leggende e della mitologia romana; la fabula praetexta, dalla toga dei magistrati, che invece narrava episodi della storia di Roma e gesta di antichi condottieri. LA FABULA ATELLANA un altro genere importante era la fabula atellana, popolaresca e per questo di linguaggio volgare che aveva ambientazione osca (in quanto questa popolazione era considerata divertente perché rozza e arretrata) e soprattuto personaggi fissi ricorrenti, detti personae oscae. EXPRIMERE O VERTERE Nelle opere romane non era raro trovare opere greche tradotte o rivisitate, o parti di componimenti latini che comparivano in più opere. In termini, era definito "exprimere» il prendere un'opera non propria è riportaria come tale, mentre "vertere» voleva dire reinterpretare un testo a modo proprio. Anche la pratica della cosiddetta "contaminazione”, ovvero Punione di parti di opere e altre opere, usata spesso nella palliata a causa della presenza di personaggi stereotipati. tite maccio plante Il primo autore di cui abbiamo un'opera pressoché intera non era romano: Tito Maccio Plauto, uno dei più importanti commediografi romani, nato a sarsina. I suoi tre nomi (tria nomina), tipici dell'aristocrazia (e interpretabili come un verso a questa, dato che Plauto decisamente non era aristocratico), gli furono dati probabilmente a teatro: maccio deriva da maccus, personaggio tipico della fabula atellana; e Plauto, letteralmente "dai piedi piatti" riferito al buffo modo che aveva di camminare quando interpretava un particolare personaggio (infatti, prima di autore, Plauto è stato attore). per i romani quindi, Plauto era “Tito, il pagliaccio dai piedi piatti". NUMERI INNUMERI L'espressione "numeri innumeri" è tratta dall' epigrafe di plauto: questo perché, alla sua morte, gli venne riconosciuto un corpus di circa 120-130 titoli perché altri autori, sperando di attirare spettatori, mettevano il suo nome nelle opere. Le sue commedie però non diventarono famose per le trame - che erano di solito tradotte dal greco spesso cambiando dialoghi, scene, personaggi o intere parti di trama - ma vennero invece apprezzate molto per le battute e i giochi di parole che Plauto inseriva. Inoltre i personaggi erano stereotipati e ricorrenti, come nella fabula atellana, con un ruolo ben preciso nella storia. spesso inoltre nelle sue opere aggiungeva la musica (che nel teatro romano era molto più importante rispetto a quello greco) che componeva lui stesso, rendendo alcune delle sue opere quasi dei musical. I PERSONAGGI sappiamo che i personaggi di Plauto erano ricorrenti, stereotipati e non "a tutto tondo" ma con solo alcune caratteristiche o tratti caratteriali che però sono costanti. c'erano quindi pochi personaggi ma tipici: vecchio (senex) parodia del pater familias, tormenta i figli perché severo e avaro. A volte è pure rivale in amore con il figlio (senex amans) giovane (adulescens) Ragazzo di buona famiglia di solito innamorato; è ingenuo, non riuscirebbe a combinare nulla senza l'aiuto del suo servo. parassita (parasitus) Personaggio inaffidabile che cerca di farsi invitare a cena matrona (uxor) donna perbene dedita alla famiglia, autoritaria e accorta schiavo (servus) È astuto e intelligente, crea intrighi e strategie per aiutare il suo padrone. Nella scena è lui che orchestra gli eventi sfruttatore (leno) figura negativa nella storia, commercia in ragazze e rappresenta il principale ostacolo degli innamorati. cortigiana (meretrix) donna dai Facili costumi ma a volte molto gentile, ha spesso un passato tormentato ragazza (virgo) figura delicata e fedele, innamorata di un giovane tirchio (avarus), servetta (ancilla), cuoco (Cocus), soldato spaccone (miles gloriosus) figure marinali ma comunque presenti, che aiutano altri personaggi o hanno un ruolo puramente comico Mentre nel teatro greco i difetti dei personaggi erano difetti comuni e portavano gli spettatori a interrogarsi sul loro stesso carattere, riconoscendosi in alcuni tratti dei personaggi, in Plauto questa morale non è presente perché le caratteristiche dei personaggi sono esagerate per essere comiche. LE TRAME così come i personaggi, anche le trame avevano clichè o strutture ricorrenti. spesso cambiavano i personaggi, anche se il loro ruolo rimaneva sostanzialmente lo stesso. Principalmente, si riconoscono: - il doppio: due persone simili, gemelli o anche impersonificazioni, generano una serie di equivoci; - la creazione di un tipo: si crea un personaggio dalle marcate comico, su cui si incentra la storia; caratteristiche, - il riconoscimento: un personaggio, in passato rapito o abbandonato, dopo tanto tempo viene riconosciuto dai propri cari. LE CARATTERISTICHE Nello stile di Plauto sono riconoscibili alcuni elementi, sia trovati in altre opere sia nuovi. Tra questi ci sono il prologo personificato, cioè narrato da un personaggio, e il "metateatro", ovvero il fatto che spesso gli attori parlavano della scena e della storia. Anche dal punto di vista linguistico ci sono particolarità: le “tirate” per esempio, che sono linee di dialogo di molte parole dette tutte di seguito, o l'aggiunta di parole inventate (per esempio, creando superlativi). In generale il latino di Plauto è una lingua popolare, spesso volgare, è molto duttile. sicuramente molte delle sue commedie sono ispirate alle opere greche di Menandro, autore greco, ma nelle versioni romane i personaggi sono molto più piatti e senza morale; in compenso si è mantenuta la tendenza di citare istituzioni governative, greche o latine. Ah, era anche solito terminare le opere con "applaudite!”. LE OPERE Plauto ha scritto parecchie opere, molte delle quali ci sono pervenute, anche se non intere. Per citarne alcune, - Anfitrione: Giove, per avvicinare una ragazza, impersonifica il marito di lei mentre Mercurio impersonifica il servo sosia - Aulularia: un uomo trova una pentola d'oro che diventa la sua unica preoccupazione - miles gloriosus: un soldato non molto furbo vuole una ragazza promessa ad un giovane, ma viene raggirato dal servo del ragazzo - casina: un padre si contende una ragazza col figlio, ma prende bastonate dalla moglie Nell'Aulularia Euclione, un vecchio che ha trovato una pentola d'oro (probabilmente sotto l'arcobaleno) e molto paranoico, è convinto che Megadoro (quarantenne ricco) Stia chiedendo la mano di sua figlia per arrivare al suo oro. Alla fine in realtà la tipa si mette con un altro. Il protagonista in Miles Gloriosus è Pirgopolinice, soldato fanfarone che ama raccontare di tutte le sue imprese accadute per davvero!!!! Palestrione invece è il servo di Pleusicle, giovane innamorato di una cortigiana del soldato che vogliono salvare in missione segreta. unitar istoteliche Le unità Aristoteliche sono tre condizioni che (come dice il nome) vennero identificate da Aristotele riguardo le tragedie greche. Queste tre indicazioni sono tempo, azione e spazio, e servono ad identificare dei limiti nella scenografia che permettano alla trama di avere costanza e filo logico: - tempo: la storia deve svolgersi nell'arco di circa un giorno, o i fatti Si disperderebbero - azione: bisogna seguire una sola scena alla volta così che il pubblico si concentri solo su quella - spazio: non si possono usare luoghi troppo lontani o diversi tra loro, sarebbe complicato sia introdurli sia spostare i personaggi marco por Loy Nell'anno 234 a.c., a Tuscolo, Mato Porcio catone nacque contadino in una famiglia di cittadinanza romana. Intraprese inizialmente una carriera militare, parallela a quella agricola, e dopo aver combattuto nella seconda guerra punica si trasferì a Roma. Qui intraprese, su consiglio di Lucio valerio Flacco, il percorso del cursus honorum da homo novus, legandosi particolarmente alla censura. Fu decisamente fedele agli ideali del mos maiurum e quindi sfavorevole alle guerre; ma nonostante ciò insistì parecchio per attuare la guerra contro cartagine (si dice portasse al senato un cesto di fichi freschi ogni giorno provenienti dalla città africana, per dire che "carthago delenda est»). La sua quindi è una corrente tradizionalista e conservatrice, che influenzerà anche le sue opere. LE OPERE Tra le opere più caratteristiche di catone si trovano sicuramente le orazioni, ovvero i suoi discorsi pronunciati durante la sua carriera politica, in cui egli mostra il suo modo di intendere la retorica, e di conseguenza anche Poratoria, come strumento per il bene della collettività e dello Stato. Addirittura, ad un certo punto fece cacciare da Roma tre filosofi perché temeva che la loro eloquenza interferisse con questo ideale. Il suo stile era disadorno, poco studiato, ma purtroppo ci rimangono solo dei frammenti. Le origines, però, sono sicuramente l'opera più importante: di tipo storico, narrano la storia dalla fondazione di Roma all'epoca contemporanea in 7 libri. È la prima opera storica in latino, e presenta una caratteristica particolare: non viene nominato nessun personaggio, soldato o politico famoso che sia, se non l'elefante siro è un centurione. Questo dimostra l'idea di catone di una storia fatta dalla gente comune, e anche la sua avversione verso la famiglia degli scipioni che era la personificazione del contrario. Ricordiamo anche il De Agricoltura (trattato tecnico), il carmen de moribus e iLibri ad Marcum filium (opere pedagogiche). publio terenzio afro schiavo venuto dall'Africa, più precisamente da cartagine, Publio Terenzio Afro Si dice fosse nato nel 185, anche se probabilmente la data è stata avvicinata a quella della morte di Plauto e gli storici considerano più probabile che sia nato nel 195. Liberato dal suo padrone, da cui prese il nome Terenzio, scrisse solo 6 commedie perché morì parecchio giovane, durante un viaggio in Grecia, circa nel 159. ciò che lo distingue tanto dal suo predecessore è la caratterizzazione dei personaggi: sono a tutto tondo, non stereotipati, hanno addirittura un minimo di evoluzione durante la storia. Probabilmente questo è dovuto alla sua dedizione all'Humanitas, cioè l'interesse e l'affetto nei confronti di tutti gli individui in quanto uomini. Durante la prima commedia che mise in scena, Þнесуra, gli spettatori se ne andarono per assistere ad uno spettacolo di pugili funamboli. La seconda volta, andarono a vedere uno "Sono un uomo: niente dell'uomo c'è che non m'importi." - cremete, Heautontimorumenos scontro tra gladiatori, ma la terza, grazie alla presenza di un attore rinomato, attirò molti spettatori e fu un successo. LE 6 COMMEDIE Le sei commedie di Terenzio vennero composte dal 166 al 160 a.c. e la maggior parte sono ispirate alle opere di Menandro. In ordine, sono: l'Andria (dall'omonima opera, appunto, di menandro), l'íeсyra (creata da una combinazione di una commedia di Apollodoro e una di Menandro), I'Heautontimorumenos, l'Enunchus (entrambe da Menandro), il Phormio (che è una rivisitazione dell'несyra) e l'adelphoe (anche questa da Menandro). gaio giulio cesare uno dei personaggi più importanti della storia romana fu anche scrittore: Gaio Giulio Cesare, o più semplicemente cesare, nacque nel 100 a.c. e divenne proconsole in Gallia nel 58. Dovendo tenere aggiornato il senato sulla situazione, e anche per rassicurarlo sui motivi delle sue azioni, scrisse i commentarii (de bello gallico e de bello civili): il primo è un'opera etnografica, in quanto descrive la Gallia e altri popoli, e in cui, per dare un senso di oggettività (assolutamente falsa), cesare scrive di sè stesso in terza persona; mentre nella seconda opera cesare racconta la guerra civile contro Pompeo. Si tratta di storiografia memorialistica: Scritti (o anche solo appunti) di coloro che hanno vissuto le esperienze in prima persona, spesso autocelebrativi, che diventano quasi una sorta di diario. LO STILE LO Stile di cesare è caratterizzato dalla "brevitas", cioè l'essenzialità delle frasi, che è parte dello stile detto atticista a sua volta. contrapposto a quello asiano (il primo è caratterizzato da periodi semplici e puliti, l'altro invece è più ricco e raffinato) di cui era esponente cicerone, che però lodava le opere di cesare per il suo Stile (non assolutamente per ingraziarsi il futuro imperatore, nono). IL CONTENUTO Nei suoi commentarii cesare descrive i popoli da un punto di vista sociale e politico, ad esempio distinguendo la Gallia in "Citeriore" (prima delle Alpi) e "ulteriore" (Oltre le Alpi) O parlando di "Gallia narbonense", la prima regione della Gallia ad essere stata civilizzata. Descrive anche le sue azioni, che sul piano pratico gli servono ad avere le condizioni per una "guerra giusta" (bellum iustum). la poesia tia vo to this Il più grande autore di lirica dell'antichità, Gaio valerio catullo, naque nell'84 a.c. a verona, che all'epoca era parte della Gallia cisalpina, in una famiglia benestante che in certi momenti della spedizione in Gallia ospitò cesare (che però a catullo stava antipatico, tant'è che per quel poco che gli initeressava prese comunque posizione contro di lui). Da provinciale si trasferì poi a Roma, dove si dedicò all'otium letterario (che in latino è il tempo libero, per cui catullo scelse di parlare non di politica ma invece di cose come l'amore). CATULLO E CLODIA catullo nel 61 a.c. incontrò clodia, sorella di Publio clodio, con cui cominciò una relazione (anche se avevano tipo 10 anni di differenza e lei era sposata, ma non che se ne curasse tanto di suo marito in realtà). Lui la chiama Lesbia, dal nome Lesbo dell'isola greca natale della poetessa saffo a cui catullo si ispira. La loro è una storia particolare, perchè clodia (pur amandolo eh, non che non fosse seria) non si sentiva vincolata a lui, che invece la vedeva come una sposa in un patto di fides; per questo motivo la loro relazione è vista da catullo come un insieme di alti e bassi che lui descrive con "Odi et amo". La situazione precipitò un po' quando, in occasione della morte del fratello, catullo tornò a verona mentre clodia rimase a Roma; al che lui era geloso perchè lei aveva altri amanti (e tral'altro suo marito era morto) oltre a lui, quindi comincia a scrivere poesie mezzo criticandola mezzo criticando sè Stesso. catullo morì infine di una malattia incurabile probabilmente nel 54 a.c. (ma le date, sia di nascita che di morte, sono incerte e dibattute). È vero anche che catullo aveva avuto vari amanti, tra cui mogli di uomini eminenti o direttamente gli uomini eminenti (menzione speciale a Giovenzio) HIL LIBER L'opera di catullo è il liber, una raccolta di poesie (o, alla latina, carmen) che lui aveva prima pubblicato singolarmente e poi messo insieme, ma che venne riordinato dai suoi amici poeti dopo la sua morte (i quali aggiunsero anche delle poesie che lui aveva lasciato fuori). Lo si può dividere in tre sezioni: - le nugae (carmi 1-60) che letteralmente vuol dire qualcosa come "bazzecole", ovvero poesie di tipo vario e di tema principalmente amoroso -i carmina docta (carmi 61-68) che erano composizioni più ricercate e complesse, e avevano modelli greci e temi anche mitologici. Probabilmente erano quelle su cui catullo contava per renderlo famoso - gli epigrammi (69-116), anche loro di argomento vario, che Fondamentalmente sono come le nugae Il modello principale a cui catullo e i poetae novi si ispirano è callimaco, caposcuola della poesia nascente dopo la fondazione della biblioteca di Alessandria, con ideale supremo la raffinatezza, l'eleganza e la scelta di tematiche leggere e private (tipo che catullo ha un carmen su un uccellino) 1 CARMEN Dei vari componimenti di catullo, ne ricordiamo alcuni di Significativi: 1: il proemio, in cui catullo parla della sua opera come "libellum", lo dedica a cornelio Nepote e invoca la protezione della vergine protettrice 93: Catullo prende distanze da cesare e dice che non gli interessa 49: risposta per le rime a cicerone con un elogio ironico, perchè aveva insultato clodia 101: compianto accorato per il fratello morto, in cui si sottolinea Pimpossibilità di un dialogo con le sue ceneri 51: catullo paria dell'amore come una cosa contemporaneamente esaltante e devastante 5: catullo dice a Lesbia "dammi mille baci", è uno dei momenti più felici con lei 8: paria con sè stesso della necessità di separarsi dal passato con Lesbia 85: "Odio e amo": la relazione con Lesbia che viene vissuta in due maniere diametralmente opposte in contemporanea 72: Catullo dà dell'infedele a Lesbia un po' più per frustrazione che per altro 70: catullo è consapevole della fragilità della loro relazione (dice che le parole della donna all'amato che se le vuole sentir dire sono inutili) 109: concezione (solo di Catullo) del rapporto con Lesbia come "patto sacro" e speranze (un po' vane) che rimanga così