"De rerum natura": struttura e contenuti
Il "De rerum natura" è un poema epico-didascalico scritto in esametri e suddiviso in 6 libri. Il titolo è la traduzione latina del greco "Peri phýseos" Sullanatura, titolo di numerose opere filosofiche greche e dello scritto più importante di Epicuro.
La scelta della poesia
Nonostante Epicuro ritenesse inadeguata la poesia per l'esposizione di contenuti filosofici, Lucrezio scelse questa forma per diversi motivi:
- Rendere più accessibili e gradevoli contenuti impegnativi
- Seguire la tradizione della letteratura alessandrina che si diffondeva a Roma
- Utilizzare "il miele della poesia" per addolcire l'amara medicina della verità filosofica
Tradizione letteraria: Il genere del poema didascalico fu "inventato" da Esiodo nell'VIII sec. a.C. con "Opere e Giorni", un poemetto in esametri che forniva precetti sull'agricoltura e la navigazione, trasmettendo al contempo un messaggio morale.
Modelli e ispirazioni
Lucrezio si ispira a diversi autori:
- Empedocle di Agrigento Vsec.a.C., autore di un poema in esametri "Sulla natura", a cui Lucrezio dedica un elogio
- Ennio, creatore dell'epica latina in esametri, punto di riferimento essenziale per la lingua e lo stile del "De rerum natura"
Il proemio
L'originalità dell'opera emerge già dal proemio, che si apre con una solenne preghiera alla dea Venere, progenitrice e protettrice dei Romani. Venere rappresenta il simbolo della Natura e del piacere/felicità rerumnaturaevoluptas.
La struttura del proemio comprende:
- L'invocazione a Venere
- La dedica a Memmio
- L'elogio di Epicuro
- La polemica antireligiosa, illustrata con l'esempio di Ifigenia sacrificataperpropiziarelaflottagrecaperlaguerradiTroia
Sebbene la preghiera a una dea sembri in contraddizione con la teologia epicurea, Lucrezio spiega che si tratta di un omaggio alla tradizione letteraria e di una forma di captatio benevolentiae nei confronti del pubblico romano.