Nevio: il primo poeta nazionale romano
Gneo Nevio, nato intorno al 270 a.C. in Campania, diede una svolta originale alla letteratura latina sperimentando argomenti romani. Era un cittadino romano (civis Romanus) e uomo nuovo (homo novus) che aveva combattuto nella prima guerra punica ed esibiva con orgoglio la sua identità romana.
Nevio compose tragedie di argomento mitico greco, come il "Licurgo", e inaugurò un tipo di tragedia completamente nuova, la praetexta, i cui personaggi non erano eroi del mito greco ma cittadini romani. Una delle sue praetextae, "Romulus", trattava il mito di fondazione di Roma; un'altra, "Clastidium", celebrava la vittoria del console Marcello sui Galli nel 222 a.C.
L'opera più importante di Nevio fu il Bellum Poenicum, poema in versi saturni sulla storia di Roma dalle origini mitiche alla prima guerra punica. Il poema iniziava con l'invocazione alle muse e proseguiva con un'"archeologia" (narrazione delle origini remote) per poi passare agli eventi storici della guerra punica, a cui Nevio aveva partecipato.
💡 La libertà di parola costò cara a Nevio: il suo verso critico verso i Metelli ("fato Metelli Romae fiunt consules") gli valse l'incarcerazione e forse l'esilio, mostrando quanto la satira politica fosse meno tollerata a Roma rispetto ad Atene.
Nevio ebbe problemi con la potente famiglia dei Metelli per un suo verso satirico, fu imprigionato e forse esiliato, morendo in Africa tra il 204 e il 201 a.C. La sua epigrafe tombale sottolineava come, dopo la sua morte, a Roma avessero dimenticato "cosa vuol dire parlare con schiettezza".
La lingua di Nevio era un latino primitivo ma vigoroso, decorato da composti inventati sul modello greco e da strumenti stilistici tipici della poesia latina arcaica, come allitterazioni e ripetizioni, che caratterizzano lo stile dei poeti delle origini.
Ennio, nato nel 239 a.C. a Rudiae (Lecce), fu il primo poeta latino a comporre in esametri, un verso infinitamente più duttile del saturnio. Si definiva "uomo con tre cuori" (tria corda) perché padroneggiava tre lingue: latino, greco e osco. Combatté nell'esercito romano durante la seconda guerra punica e fu protetto dalla famiglia degli Scipioni, per cui cantò le gesta di Scipione l'Africano.