Il Carme dei Sepolcri: Memoria ed Eternità
Il carme "Dei Sepolcri" è l'opera più complessa di Foscolo, nata da una discussione con l'amico Pindemonte sull'editto napoleonico di Saint Cloud. Questo editto vietava le sepolture nei centri urbani, e Foscolo vi si oppone con forza.
L'opera inizia con una domanda provocatoria: che differenza fa per i morti avere cipressi o lacrime sulle tombe? La risposta è chiara: la memoria serve ai vivi, non ai morti. Le tombe sono luoghi dove si mantiene viva la continuità degli affetti e della tradizione culturale.
Foscolo esalta Firenze e Santa Croce come custodi della memoria italiana. Qui riposano Michelangelo, Galileo, Alfieri - le loro tombe "parlano" alle generazioni future, ispirando l'unità d'Italia. L'autore contrappone questa nobiltà alle fosse comuni, dove anche Parini fu sepolto tra criminali.
Il carme mostra il materialismo foscoliano: dopo la morte la materia si trasforma, ma il ricordo è immortale. La poesia diventa così strumento di eternità, capace di vincere l'oblio del tempo.
💡 Concetto chiave: Per Foscolo "nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma" - ma la memoria e il ricordo sono davvero immortali!