I Discorsi e il pensiero politico
I Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio rappresentano l'altra faccia del pensiero machiavelliano. Se Il Principe si concentra sulla monarchia, qui Machiavelli esalta la repubblica come forma di governo ideale. L'opera nasce dai suoi appunti di lettura della Storia di Livio e si divide in tre parti che analizzano politica interna, estera e azioni individuali.
La differenza tra le due opere non è una contraddizione: Machiavelli pensa che la monarchia serva per fondare uno stato, mentre la repubblica sia perfetta per mantenerlo stabile nel tempo. È una visione dinamica e pragmatica della politica, tipica del suo approccio concreto.
Il metodo di Machiavelli è rivoluzionario perché separa definitivamente la politica dalla morale. Non gli interessa se un'azione è "buona" o "cattiva" in senso assoluto, ma solo se è efficace per raggiungere gli obiettivi politici. Questo approccio lo rende il fondatore della moderna scienza politica.
La sua analisi parte da una concezione pessimistica della natura umana: gli uomini sono fondamentalmente egoisti e malvagi, quindi il principe deve saper usare sia la forza che l'astuzia. Da qui nasce la famosa metafora del centauro, metà uomo e metà bestia.
La fortuna gioca un ruolo cruciale nel suo pensiero. Non è destino cieco, ma una forza che il politico abile può prevedere, affrontare e persino sfruttare a proprio vantaggio attraverso la virtù e l'adattabilità.
Concetto chiave: Per Machiavelli la politica ha le sue leggi specifiche, indipendenti dalla morale religiosa. Quello che conta è l'efficacia per il bene comune, non la bontà dell'azione in sé.