Il Fu Mattia Pascal e il teatro
Il Fu Mattia Pascal (1904) è la storia di un piccolo borghese che, creduto morto dopo una vincita al casinò, tenta di costruirsi una nuova identità come Adriano Meis. L'errore fatale è non aver saputo vivere davvero la libertà, creandosi invece una forma ancora più costrittiva.
Quando torna alla vecchia vita scopre che la moglie si è risposata. Gli resta solo la condizione di "forestiere della vita", consapevole di non essere più nessuno. Il romanzo rappresenta la prima prova significativa della poetica dell'umorismo.
Nel teatro, Pirandello inizialmente diffidente, sviluppa due direzioni: l'autonomia dei personaggi dall'autore e l'aspetto dissacrante che rivela la falsità teatrale. I personaggi devono essere "caratteri vivi" con identità propria.
La produzione teatrale ha diverse fasi. Il teatro del grottesco include opere come "Così è se vi pare" (1917), dove il relativismo assoluto nega ogni possibilità di verità oggettiva.
Capolavoro teatrale: "Sei personaggi in cerca d'autore" rappresenta il teatro nel teatro, dove i personaggi abbandonati dal loro autore cercano qualcuno che scriva la loro storia.
Il relativismo assoluto di Pirandello emerge chiaramente quando la signora Ponza, velata, dichiara: "Io sono colei che mi si crede, e per me nessuna!"