Immaginazione, Illusioni e la Poetica del Vago
Di fronte all'impossibilità della felicità, l'uomo ha una via d'uscita: l'immaginazione. Questa è propria dei bambini e degli antichi, che vivevano di speranze e illusioni. La natura, inizialmente vista come protettiva, aiuta l'uomo attraverso queste illusioni benefiche.
Ma dal 1824 tutto cambia. Leopardi non difende più la natura, anzi la vede come nemica crudele che perseguita gli esseri viventi. Emerge una contraddizione fondamentale: l'uomo esiste ma è infelice, quindi sarebbe meglio che non esistesse affatto.
Oltre alla sofferenza, il male assume anche la forma della noia - il vuoto dell'anima quando mancano sia piacere che dispiacere. Paradossalmente, gli uomini più intelligenti e sensibili sono i più esposti alla noia.
Leopardi scopre che nella poesia le immagini vaghe e indefinite generano piacere perché permettono alla mente di immaginare orizzonti infiniti. Anche i suoni possono evocare questo effetto, facendo spaziare l'immaginazione oltre i limiti del reale.
💡 Tecnica poetica: Il "vago e indefinito" diventerà una caratteristica fondamentale della poesia leopardiana.