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3/10/2022
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L'ENEIDE • LA STRUTTURA L'Eneide è il più importante poema epico della letteratura latina e prende il nome proprio dal protagonista, l'eroe troiano Enea. E' scritto in versi esametri e diviso in 12 libri, i primi 6 hanno per tema il viaggio di Enea da Oriente ad Occidente e sono simili all'Odissea (come modello) gli altri 6 parlano delle guerre che Enea deve affrontare e richiamano invece l'Iliade. • L'INNOVAZIONE E LA CONTINUITA' RISPETTO AI POEMI OMERICI Virgilio nel comporre l'Eneide prende spunto da Omero ma lo rilegge e lo rinnova. I personaggi infatti sono più complessi e gli eventi i: ruotano attorno a 2 elementi principali: • Il ruolo del Fato nella determinazione delle vicende Questo aspetto permette al poeta di innestare il motivo encomiastico, ossia la celebrazione della gloria di Roma ma anche apre a dubbi e interrogativi nei personaggi dato che vengono messe in luce le sofferenze le morti e le rinunce. • La pietas del protagonista E quindi il rispetto e il senso di dovere verso gli dei, la famiglia e la patria. Enea infatti è capo di un popolo di cui si sente fortemente responsabile, spesso è tormentato da dubbi e inquietudini, ed è costretto a sacrificare i propri desideri per seguire la volontà del Fato. A differenza degli eroi omerici non cerca la gloria. • L'ARGOMENTO Virgilio narra le vicende di Enea, figlio di...
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Anchise e della dea Venere che è fuggito da Troia in fiamme per fondare una nuova città così come dicono le profezie. Con 20 navi e pochi superstiti affronta numerose difficoltà, prima di capire che la terra dove approderà sarà l'Italia. Il viaggio verso Occidente dura diversi anni fino al naufragio in Libia. Qui la regina Didone accoglie Enea e si innamora di lui ma l'eroe richiamato da Giove deve tornare sulle sue imprese e Didone disperata si uccide. Enea in seguito ad altre prove approda finalmente nel Lazio dove viene accolto dal re Latino che gli offre sua figlia Lavinia in sposa (le profezie dicevano che avrebbe sposato una straniera). Questo suscita sdegno in Turno re dei Rutuli che pretendeva Lavinia, l’ira di Turno alimentata dalle Furie si trasforma in volontà di guerra. Enea è costretto a cercare alleati tra cui gli Etruschi mentre Turno raduna a se gli stessi Latini e genti Italiche. Gli scontri sono eroici e ci sono molte morti tragiche fino a che Enea e Turno si sfidano a duello decisivo. La morte di Turno permette così ad Enea di sposare Lavinia e di fondare Alba Longa, è così che dalla fusioni tra troiani e latini nascerà la stirpe Romana. LA FABULA E L'INTRECCIO Nell'Eneide le vicende non seguono un ordine cronologico e lineare ma sono caratterizzate dalla presenza di flashback e anticipazioni. Quindi la fabula (regolare successione degli eventi) non coincide con l'intreccio. Il poeta inizia la narrazione in medias res (nel mezzo dei fatti) poi informa il lettore di quanto successo in un secondo momento, rispondendo ad una richiesta di Didone. Nel poema poi ci sono anche anticipazioni che a volte fanno intuire il destino del personaggio, altre sono un po' più profetizzanti. La conclusione dell'opera è ellitica: il poema si chiude con la morte di Turno ma le nozze di Enea e la fondazione di Alba Longa non sono citate lasciandole intendere al lettore. • LO SPAZIO E IL TEMPO Enea viaggia dall'Asia Minore all'Italia toccando diverse coste del Mediterraneo, il suo viaggio lo porterà però anche verso territori più irraggiungibili e mitici come gli Inferi e i Campi Elisi. Per quanto riguarda il tempo, il poema occupa un arco cronologico di molti mesi ma i riferimenti temporali restano vaghi. • LA VOCE NARRANTE Il narratore è esterno onnisciente e spesso interviene a commentare i fatti esprimendo una forte partecipazione emotiva, discostandosi dalla tradizionale oggettività che contraddistingue l'epica. La voce narrante tende a immedesimarsi e nei personaggi, usa apostrofi ed esclamazioni per esprimere dubbi o perplessità riguardo alle vicende. I libri 2 e 3 hanno invece un narratore interno di 2 grado che è Enea quando racconta a Didone la fine di Troia e il suo arrivo in Libia. • LO STILE La formularità è presente ma in maniera molto limitata e riguarda per lo più l'espressione "pius Eneas" ovvero il pio Enea. Ciò dipende dal fatto che l'opera è concepita per la scrittura e per la lettura non per la trasmissione orale e alle esigenze di memorizzazione. Dal punto di vista linguistico Virgilio ha un ottima ricchezza del lessico dove si fondono termini del latino antico e altri di prosa moderna. Le similitudini sono spesso riprese da Omero o a da altri autori greci e latini ma reinventate in modo più originale. • IL MITO E LA STORIA Enea nell'Iliade è un personaggio secondario ma è comunque caratterizzato dal fatto di essere caro e devoto agli dei, infatti nell'lliade è un giovane guerriero audace ma sempre protetto da Afrodite. Nell'Eneide Virgilio intende stabilire una continuità tra il mito e la storia collegandosi anche a leggende Italiche. Il viaggio di Enea dall'oriente viene presentato come un ritorno all'antica madre ossia la terra da cui era giunto il progenitore dei Troiani, Dardano. In questo modo Virgilio evita l'imbarazzo che sarebbe suscitato nei Romani all'idea di avere lontani antenati "barbari". La vicenda è poi segnata dalla volontà degli dei, quella di fondare una città da cui deriverà Roma. Così Virgilio dà il suo contributo ad Augusto nel suo programma politico che sostiene la centralità di Roma . LE TRADUZIONI La più famosa è quella cinquecentesca di Annibal Caro in versi endecasillabi. Tra quelle italiane moderne abbiamo quella di Ezio Cetrangolo, Cesare Vivaldi, Luca Canali e Alessandro Fo.