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La nascita del teatro - la commedia e la tragedia greca

21/6/2022

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Le origini del teatro
Si conosce poco sulla vera nascita del teatro perché le testimonianze sono scarse,
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Le origini del teatro Si conosce poco sulla vera nascita del teatro perché le testimonianze sono scarse, probabilmente ha origini religiose: nasce dai riti pratici dei sacerdoti che per celebrare una figura o per propiziare qualcosa recitavano formule religiose ponendosi al centro del villaggio. Non si sa come ma si è passati dal rito al teatro. Nella cultura occidentale quest'arte è diventata uno spettacolo vero e proprio: in Grecia ad Atene nel V secolo a.C. nacquero i due generi fondamentali della drammaturgia: la tragedia e la commedia. Aristotele ci racconta le più importanti informazioni del teatro in Grecia con il suo testo Poetica: afferma che sia la tragedia che la commedia hanno avuto origine da feste religiose: La nascita della tragedia La tragedia sarebbe nata da una spontanea evoluzione degli inni (i ditirambi) cantati in onore di Dionisio, dio della fertilità e del vino. Il nome tragedia (che significa "canto dei capri") deriverebbe dalle pelli di capra indossati dai seguaci di questa divinità durante le cerimonie. I cantori contribuirono alla nascita della commedia: durante le feste più importanti di Dionisio, "le grandi dionisie", recitavano dialoghi tratti da poemi omerici o antichi miti, un solo attore, detto protagonista, interpretava tutti i personaggi indossando maschere e costumi vari per segnalare al pubblico il cambiamento del ruolo. Accanto a lui c'erano un insieme di...

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Didascalia alternativa:

cantori: il coro, che danzava, cantava le parti narrative e a volte parlava anche con il protagonista. La nascita della commedia Nella poetica Aristotele afferma che la commedia (che significa "canto del villaggio", "canto dell'allegria") ha avuto origine da cerimonie religiose che si svolgevano nei villaggi di campagna che richiedevano agli dei fecondità per gli uomini e fertilità della terra, ma è ancora sconosciuto da come da queste feste sia nata la commedia. Si pensa che in questa evoluzione abbia influito il mimo: forma di spettacolo popolare itinerante (il termine indica rappresentazioni di brevi scenette e chi la interpreta). Si pensa che gli ateniesi alla fine del VI e V secolo a.C. avessero inserito scenette mimiche in questi rituali e che da qui sia nata la commedia. Essa raggiunse la sua forma compiuta nel 487-486 a.C. quando venne ammessa alle celebrazioni delle Grandi Dionisie di Atene. Coscienza della finzione Il teatro sviluppò nella mentalità collettiva la coscienza della finzione, ovvero della simulazione del mondo reale che prima era inesistente. Gare drammaturgiche Quando la tragedia e la commedia giunsero a completa maturazione nel V secolo venne data un'organizzazione stabile alle gare tra drammaturghi: si tenevano durante le più importanti feste cittadine, "le grandi dionisie". L'arconte eponimo sceglieva (prima 3 poi 5) tragediografi che gareggiavano di fronte a un pubblico di cittadini. Ognuno rappresentava tre tragedie e un dramma satiresco, e alla fine una giuria composta da cittadini sorteggiati proclamava il vincitore. Funzione socio-politica Le rappresentazioni teatrali erano un rito collettivo nel quale era ribadita l'identità ateniese dei cittadini: il pubblico rifletteva sui grandi temi proposti nelle tragedie sul malcostume degli uomini politici sbeffeggiato nelle commedie, interiorizzando i valori morali propri della loro comunità di appartenenza. Gli eroi del mito nel dramma Furono composte più di 1000 tragedie nel V Secolo, ma noi sono arrivati solo 31 testi appartenenti a Eschilo, Sofocle ed Euripide. Gli studiosi hanno studiato quindi la tragedia solo sui loro testi. Gli argomenti delle tragedie non erano immaginati dai drammaturghi, ma attingevano la materia delle proprie opere da antiche leggende di dei ed eroi greci che considervano vere nella sostanza ma che collocavano in un epoca tanto lontana d'avere contorni di tempo sfumati. Usavano personaggi noti a tutti gli organizzando vicende e inventando dialoghi per mostrare il loro funesto destino secondo una progressione degli eventi verosimile. La tragedia esplora i meccanismi attraverso cui un individuo passava da una situazione felice all'infelicità più totale fino alla catastrofe: la sua distruzione materiale e spirituale. All'origine di questa catastrofe c'era di norma l'infrazione di un divieto morale imposto dagli dei o dalla natura, che l'eroe tragico o il suo antenato avevano compiuto non sempre la rovina dell'eroe era effetto ed è un comportamento malvagio o ingiusto Ma talvolta dipendeva da una colpa involontaria. La catarsi tragica - commozione e purificazione Gli spettatori che assistevano alle storie di terrore e di dolore vivevano una sorta di purificazione dell'animo da tali emozioni. La catarsi è stata spesso interpretata come purificazione delle passioni dovuta al fatto che lo spettatore invece di viverle in prima persona ne vedeva le cause e le giungeva comprenderle come risultati di originarie infrazioni alle leggi naturali e divine. Il dolore personale annienta e non consente di razionalizzare, ma il dolore osservato dall'esterno commuove e lascia spazio alla riflessione sul male che ne è l'origine. La distanza temporale psicologica delle storie rappresentate garantivano allo spettatore la possibilità di immedesimarsi senza essere troppo coinvolto. La funzione catartica delle tragedie collegava più in generale era legata più In generale la loro funzione educativa. Lo sviluppo tragico delle vicende degli eroi induceva lo spettatore a interrogarsi sulla condizione umana e a raggiungere un alto grado di consapevolezza riguardo la sua fragilità e i suoi limiti. La finalità pedagogica della commedia A noi sono pervenute soltanto 11 di tutte le commedie scritte nel quinto secolo e appartengono tutte alla Aristofane, quindi le caratteristiche generali della commedia sono ricavate unicamente dalle sue opere. Le sue commedie traevano spunto dalla vita contemporanea prendendo di mira l'immoralità e la corruzione dei cittadini più in vista con maschere che gli attori impersonano e senza preoccuparsi di cambiarne il nome. Rappresentavano i vari personaggi della società. La finalità delle commedie non era solo quella di far ridere ma anche di controllare i potenti e smascherare le malefatte per stimolare la riflessione critica degli spettatori su una classe dirigente. La commedia insomma aveva una funzione educativa perché suscitando il riso metteva anche in discussione temi e problemi dell'attualità. Il teatro a Roma La produzione teatrale Romana era costituita in origine da rappresentazioni improvvisate non basate su testi scritti ma su rudimentali canovacci. Il vero teatro nacque dopo che con la conquista della Magna Grecia tra il III e il II secolo a.C. I romani entrarono in contatto con la raffinata cultura greca e né assimilano i contenuti. La tragedia e la commedia greche furono i primi generi letterari sorti a Roma dal 240 a.C. le rappresentazioni teatrali diventarono parte degli spettacoli previsti nei Ludi Romani ( giochi romani) cioè tutte quelle forme di intrattenimento legate alle feste in onore di Giove. Lo Stato e la censura preventiva I primi teatri Romani erano solo costruzioni provvisorie in legno e nel 55 a.C. fu edificato il primo teatro in muratura, ne sorsero successivamente altri a spese dello stato che finanziava le rappresentazioni teatrali e le curavano organizzazione per mezzo di magistrati potevano accordare a una compagnia di attori il permesso di allestire una certa opera drammatica costituendo una forma di censura preventiva impedendo i poeti di scrivere testi contenenti elementi di satira politica per questo il teatro romano non fu mai una funzione di controllo sul potere. Le commedie e le tragedie romane Le opere teatrali greche denominate dei romani Fabulae (favole, storie) e le imitazioni fedeli dei modelli greci sia nella tragedia che nella commedia i drammi erano scritti in versi e inizialmente ambientati in Grecia, prevedevano l'uso delle maschere per gli attori che davano facoltà di cambiare rapidamente ruolo e di essere riconoscibili anche a notevole distanza dal pubblico. Le opere arrivate a noi integralmente appartengono a Plauto Terenzio e Seneca La commedia di Plauto La commedia Plautina ebbe particolare successo e a lui furono attribuite anche commedie che non aveva scritto. Il motivo di tale successo era la vivacità dei dialoghi ricchi di battute divertenti e delle scenette movimentate che erano capaci di far ridere gli spettatori. L'intreccio era complesso ma si basava su costanti narrative che di volta in volta presentavano alcune varianti.