Dalla conversione al romanzo
Nel 1808 Manzoni torna a Milano e sposa Enrichetta Blondel, di fede calvinista. Avranno 10 figli insieme, ma ne perderanno tragicamente 8 - un dolore che segnerà profondamente lo scrittore.
La svolta arriva con la conversione al cattolicesimo giansenista nel 1810, che cambia completamente la sua visione del mondo. Da quel momento scrive intensamente fino al 1833, quando perde la moglie.
Nel 1821-23 decide di cimentarsi con il romanzo storico, ispirandosi a Walter Scott (autore di "Ivanoè"). Ma Manzoni vuole qualcosa di diverso: ambienta la storia nel 1600 per analizzare un periodo di crisi simile al suo.
La sua filosofia letteraria si basa su tre principi: l'utile come scopo (educare), il vero per soggetto (personaggi credibili), l'interessante come mezzo (coinvolgere il lettore).
Punto chiave: Manzoni non sceglie il 1600 a caso - è un periodo che rispecchia i problemi dell'800!