La visione della realtà
Nei Ricordi emerge chiaramente il pensiero di Guicciardini sulla religione e sulla storia. Ha un atteggiamento indifferente e scettico verso il divino, sostenendo che la religione indebolisce gli animi distogliendoli dalle imprese importanti.
Tuttavia riconosce che la fede rende ostinati gli uomini, e l'ostinazione spesso porta al successo. È una visione complessa e sfumata del fenomeno religioso.
Per interpretare la realtà serve la discrezione, cioè la capacità di distinguere e decidere caso per caso, sfruttando la saggezza dell'esperienza. Non esistono regole universali!
Il "particulare" e la frammentarietà
Il concetto più originale di Guicciardini è il particulare: l'interesse personale che il saggio deve ricercare rispettando però il bene comune. Non è egoismo, ma una forma intelligente di realismo.
L'opera ha una struttura frammentaria che riflette la convinzione dell'autore: la realtà non segue schemi fissi, quindi neanche la scrittura può essere sistematica.
I Ricordi furono rielaborati più volte tra il 1512 e il 1530, arricchendosi dell'esperienza politica europea dell'autore.
Ricorda: La frammentarietà non è un difetto ma una scelta consapevole - rispecchia la complessità della realtà umana!