Fotografia e teatro: altri linguaggi del realismo
Verga fu anche un fotografo appassionato. Nel 1966 furono scoperti 448 negativi in casa sua, testimonianza del suo interesse per questo nuovo mezzo di rappresentazione della realtà. Le foto documentano contadini, donne, bambini, servitori: il mondo dei "vinti" che popolano i suoi romanzi.
La fotografia per Verga rappresentava la possibilità di "vedere" e "capire" il mondo con la massima fedeltà, senza filtri interpretativi. Come i veristi in letteratura, anche i fotografi dell'epoca cercavano di rappresentare la realtà "così com'è", senza abbellimenti o idealizzazioni.
Nel teatro Verga adattò alcune delle sue novelle più celebri: Cavalleria Rusticana, In portineria, La Lupa. Questi drammi rispecchiano la stessa visione pessimistica dei romanzi, concentrandosi sul destino tragico degli umili.
L'adattamento teatrale rispondeva anche a necessità economiche: il mercato letterario richiedeva storie brevi, spesso pubblicate a puntate sulle riviste. Verga utilizzava i suoi "bozzetti" come prove generali per i romanzi più complessi.
💡 Artista completo: Verga sperimentava con tutti i linguaggi del suo tempo - narrativa, teatro, fotografia - per rappresentare la realtà nel modo più efficace possibile.
Cavalleria Rusticana ebbe enorme successo, soprattutto grazie alla versione musicale di Pietro Mascagni. Il dramma della gelosia e della vendetta siciliana conquistò il pubblico europeo, dimostrando l'universalità dei temi verghiani.