Dialogo di Torquato Tasso: quando il sogno vale più della realtà
Immagina di essere Torquato Tasso, chiuso nella prigione di Sant'Anna, con solo i tuoi pensieri come compagnia. Leopardi sceglie questo poeta cinquecentesco perché si riconosce in lui: entrambi sono "moderni" afflitti da troppa sensibilità in un mondo che non li capisce.
Tasso dialoga con il suo Genio familiare (una sorta di spirito guida) di tre questioni fondamentali: cos'è il vero, cos'è il piacere, cos'è la noia. La conclusione è amara ma liberatoria: "il sogno è più bello della realtà". Quando Tasso pensa alla sua amata Leonora, la trasforma in una dea perfetta che nella realtà non è mai stata.
Il piacere vero non esiste - è solo desiderio, aspettativa, ricordo abbellito dalla memoria. Gli antichi erano più saggi perché si dedicavano di più ai sogni rispetto ai "moderni". Ma allora "perché viviamo noi?" La domanda resta senza risposta.
La noia riempie tutti gli spazi della vita tra piacere e dolore, ed è il male peggiore. I rimedi? Secondo il Genio: oppio, sogno, perfino il dolore (perché almeno mentre soffri non ti annoi). Secondo Tasso: vivere intensamente nell'azione e nel pensiero.
Messaggio esistenziale: Solo attraverso sogni e ricordi possiamo raggiungere quella felicità che la realtà ci nega. L'immaginazione è l'unica salvezza dell'uomo moderno.