Renzo nella Milano in rivolta
Renzo arriva a Milano e rimane a bocca aperta davanti al Duomo - che differenza rispetto al suo Resegone! Ma c'è qualcosa di strano nell'aria: non ci sono gabellieri ai controlli e vede gente che trasporta sacchi di farina e pane per le strade.
Quello che Renzo non capisce subito è che è capitato nel bel mezzo di una rivolta popolare! Vede un uomo con un sacco di farina, una donna con farina nella gonna, un ragazzo con una cesta di pane. Per lui, che viene dalla campagna affamata, sembra il paese di cuccagna.
Renzo è entusiasta: pensa che questo tumulto possa aiutarlo nei suoi problemi. È così ingenuo che crede davvero che a Milano ci sia abbondanza mentre fuori c'è carestia. Manzoni ci fa capire che è arrivato in un giorno speciale, quando "le cappe si inchinano ai farsetti" - ovvero quando i potenti devono piegarsi al popolo.
Al convento dei cappuccini il frate portinaio gli dice che non può vedere padre Bonaventura. Renzo allora si dirige verso la chiesa, curioso di capire cosa sta succedendo in questa città così diversa dal suo mondo.
Tecnica narrativa: Manzoni si paragona a un bambino che raduna i suoi porcellini d'India uno alla volta - così fa lui con i personaggi della storia!