Hard Times e l'educazione vittoriana
"Hard Times" (1854) è il romanzo di Dickens che critica l'industrializzazione e il materialismo. La storia inizia in un'aula scolastica dove Thomas Gradgrind enfatizza l'importanza dei FATTI come chiave dell'educazione e della vita.
I suoi figli Tom e Louisa sono cresciuti con questa filosofia. Gradgrind convince Louisa a sposare l'amico Bounderby, un uomo più anziano, banchiere e industriale. Tom diventa egoista, deruba il datore di lavoro e cerca di incolpare un altro operaio, ma viene scoperto e scappa all'estero.
Il romanzo è diviso in tre sezioni metaforiche: Sowing (seminare), Reaping (mietere) e Garnering (raccogliere) - il contrario dell'agricoltura perché parla di industrializzazione.
💡 Tecnica narrativa: Dickens usa nomi simbolici per rivelare la personalità: Gradgrind (misurare e macinare), Bounderby (disonesto), M'Choakumchild (soffoca i bambini).
La storia è ambientata nella città immaginaria di Coketown (carbone), una città industriale inquinata paragonata a una giungla dove le macchine sono come "elefanti impazziti".
I temi principali sono la condanna dell'industrializzazione, la repressione dell'immaginazione umana, la critica al materialismo e il ruolo dell'educazione. Questo tipo di società trasforma gli esseri umani in macchine.
L'educazione vittoriana prevedeva punizioni severe: lo sgabello della punizione, il "cappello dell'asino", bastonate per maschi e femmine, e cene a pane e acqua. Dickens era contrario a questi orrori e sosteneva l'educazione per tutti, aiutando le "Ragged schools" - scuole per poveri.