L'Economia della Corea del Sud: Dalla Povertà al Miracolo Economico
La Corea del Sud ha compiuto una delle trasformazioni economiche più straordinarie della storia moderna, passando da paese agricolo povero a potenza industriale globale. Questo percorso di sviluppo, iniziato negli anni '60, ha portato il paese a diventare una delle quattro "tigri asiatiche" insieme a Hong Kong, Singapore e Taiwan. La crescita economica sudcoreana si è basata su un modello di sviluppo unico, caratterizzato da una forte presenza statale e politiche protezionistiche.
Definizione: Le "tigri asiatiche" sono quattro paesi del Sud-est asiatico che hanno registrato una crescita economica eccezionale tra gli anni '60 e '90, caratterizzata da rapida industrializzazione e forte orientamento all'export.
Durante il periodo 1960-1980, il governo sudcoreano ha implementato una strategia di sviluppo basata sul controllo rigoroso dell'economia. Le importazioni erano severamente limitate, gli investimenti esteri scoraggiati e il prestito estero minimizzato. Un elemento cruciale di questa trasformazione è stata la riforma agraria, che ha redistribuito le ex proprietà giapponesi tra i contadini locali, creando una struttura agricola basata su piccoli appezzamenti. Tuttavia, questa politica ha avuto anche aspetti controversi: gli agricoltori erano obbligati a vendere i loro prodotti a prezzi calmierati, mantenendoli in condizioni economiche difficili.
Evidenziazione: La crescita economica sudcoreana è stata fortemente influenzata dal contesto geopolitico della Guerra Fredda, con gli Stati Uniti che hanno fornito consistenti aiuti economici annuali per contrastare l'influenza comunista nella regione.
Le condizioni lavorative durante questo periodo di rapida industrializzazione erano estremamente dure. Non esisteva un salario minimo garantito né il diritto al riposo settimanale, con giornate lavorative che si estendevano fino a 12 ore. I diritti dei lavoratori erano severamente limitati, con il divieto di formare sindacati o organizzare scioperi. Questo modello di sviluppo, pur controverso dal punto di vista dei diritti dei lavoratori, ha posto le basi per l'attuale struttura economica del paese, dove il settore terziario rappresenta il 68,70% del PIL, seguito dal secondario con il 24,70% e dal primario con il 6,60%.