Le Repubbliche Marinare: Quando l'Italia Dominava i Mari
Immagina l'Italia medievale come una superpotenza navale che controlla tutto il Mediterraneo. Nel IX secolo, mentre l'Europa si riprendeva dalle invasioni barbariche, quattro città italiane stavano per cambiare per sempre la storia del commercio.
Amalfi fu la pioniera assoluta. Questa piccola città campana riuscì a fare quello che sembrava impossibile: commerciare con gli arabi quando tutti li temevano. I mercanti amalfitani non solo fondarono fondachi (magazzini commerciali) in tutto il Mediterraneo, ma crearono anche le prime innovazioni che usiamo ancora oggi.
Gli amalfitani inventarono le Tavole amalfitane, un codice marittimo rispettato per secoli, e diffusero la bussola in Occidente. Coniarono persino la propria moneta, il tarì. Il loro governo, chiamato arengo, era un'associazione di mercanti che dimostrava come il potere economico potesse sostituire quello feudale.
Curiosità: Amalfi cadde nel 1131 sotto i Normanni, ma le sue innovazioni commerciali sopravvissero per secoli!
Pisa e Genova iniziarono come alleate contro i saraceni, conquistando insieme Sardegna, Corsica e Baleari. Durante le crociate diventarono ricchissime fornendo navi e rifornimenti agli eserciti occidentali. Tuttavia, la loro amicizia non durò: nel 1284, nella battaglia della Meloria, Genova distrusse per sempre il potere marittimo di Pisa.
Venezia, la "Serenissima", seguì una strategia diversa. Invece di conquistare territori, puntò sul controllo del commercio del sale e sui privilegi commerciali con Bisanzio. I mercanti veneziani ottennero libero accesso a Costantinopoli e monopolizzarono i commerci orientali, creando uno Stato governato da mercanti senza origini nobiliari.