Navigazione e commercio marittimo
Nel medioevo si navigava solo nella bella stagione; d'inverno le navi venivano riparate. I marinai preferivano seguire la costa piuttosto che affrontare il mare aperto. Esistevano due tipi principali di imbarcazioni: le galee, navi da combattimento veloci, lunghe e manovrate con i remi, e le navi da trasporto, più corte e tozze, dotate di vele.
Le galee erano spesso guidate da rematori condannati, incatenati a vita ai remi. Essendo leggere, trasportavano poco carico e rischiavano di naufragare in mare aperto. Le navi da trasporto, invece, potevano portare merci, animali e uomini, e all'occorrenza essere utilizzate anche in guerra.
Per orientarsi, i navigatori utilizzavano strumenti come i portolani, carte nautiche che descrivevano dettagliatamente le coste, e l'astrolabio, usato in mare aperto per stabilire la rotta in base alla posizione delle stelle. La bussola, introdotta nel 1200, fu perfezionata dai marinai di Amalfi partendo da uno strumento già in uso presso i cinesi.
Curiosità: I portolani erano veri tesori per i naviganti! Contenevano informazioni preziose sui porti, attracchi, rotte, tipi di scogli e persino sull'altezza delle maree, fondamentali per una navigazione sicura.
Per proteggersi dai pericoli, i mercanti si univano in corporazioni chiamate commenda. Queste società avevano sia aspetti finanziari che giuridici: ogni mercante investiva una quota e, quando la merce veniva venduta, il guadagno era ripartito tra i soci. Inoltre, si davano regole comuni per evitare la concorrenza sleale.