Le trasformazioni di Lorentz
Nella fisica classica, passando da un sistema di riferimento a un altro, usavamo le trasformazioni di Galileo, semplici equazioni che preservano la separazione tra spazio e tempo. Ma queste non funzionavano con l'elettromagnetismo e non mantenevano costante la velocità della luce.
Le trasformazioni di Lorentz risolvono questo problema. A differenza di quelle galileiane, queste equazioni "mescolano" spazio e tempo, facendo sì che la velocità della luce rimanga invariata in tutti i sistemi di riferimento. Contengono un fattore γ = 1/√1−v2/c2 che modifica le coordinate spaziali e temporali.
Un'importante conseguenza è che la velocità della luce diventa un limite invalicabile. Quando un oggetto si avvicina alla velocità della luce, il fattore γ cresce enormemente, tendendo all'infinito. Per velocità superiori a c, l'espressione sotto radice diventerebbe negativa, cosa matematicamente impossibile.
Un'altra conseguenza straordinaria è la relatività della simultaneità: due eventi che sono simultanei per un osservatore non lo sono necessariamente per un altro in movimento rispetto al primo. Questo accade perché la luce impiega un tempo finito (anche se piccolissimo) per viaggiare da un punto all'altro, e la percezione di questo tempo cambia tra osservatori in movimento relativo.
📝 Ricorda: la simultaneità non è assoluta ma dipende dal sistema di riferimento! Questo è uno dei concetti più controintuitivi della relatività, ma è fondamentale per comprendere come funziona l'universo.