L'etica stoica e la virtù
L'etica stoica rappresenta una ricerca razionale per determinare il comportamento morale ideale, che deve essere conforme alla ragione cosmica. Gli stoici furono i primi a introdurre il concetto di dovere, distinguendo tra il dovere retto (perfetto e proprio solo del saggio) e i doveri intermedi (comuni a tutti).
Il sapiente stoico è colui che segue il dovere retto, anche a costo della propria vita. Gli stoici giustificano persino il suicidio quando si comprende di non aver compiuto il proprio dovere, dimostrando una coerenza estrema con i propri principi.
La virtù emerge quando la scelta indicata dal dovere diventa una disposizione costante. Si manifesta come saggezza, temperanza, fortezza o giustizia a seconda dell'ambito in cui si applica. Per gli stoici, tra virtù e vizio non esistono vie di mezzo: o si è sapienti o stolti.
💡 Poiché la virtù è l'unico bene assoluto, tutto il resto viene considerato "indifferente" - né bene né male. Alcune cose indifferenti possono avere valore positivo o negativo, ma non sono paragonabili alla virtù stessa.
Gli stoici rifiutano completamente il valore delle emozioni, considerandole malattie dell'anima che colpiscono gli stolti. Le quattro emozioni fondamentali (brama, letizia, timore e afflizione) sono frutto di stoltezza e ignoranza. Il sapiente invece raggiunge l'apatía, l'indifferenza verso le emozioni, vivendo secondo ragione grazie all'esercizio continuo delle virtù.