I sofisti furono figure centrali nella cultura e nella filosofia della Grecia antica, in particolare ad Atene nel V secolo a.C.
Il significato dei sofisti nella Grecia arcaica fu rivoluzionario poiché introdussero un nuovo modo di pensare e insegnare. Erano maestri itineranti che si spostavano di città in città offrendo lezioni a pagamento, principalmente ai giovani delle famiglie benestanti. La loro innovazione più importante fu l'attenzione all'arte della parola e del ragionamento. L'importanza della retorica nella sofistica greca non può essere sottovalutata: i sofisti insegnavano come argomentare efficacemente, come persuadere gli altri e come eccellere nei dibattiti pubblici. Queste competenze erano fondamentali nella democrazia ateniese, dove il successo politico dipendeva dalla capacità di parlare in pubblico.
La rivoluzione filosofica dei sofisti ad Atene si manifestò in diversi aspetti. Prima di tutto, misero l'uomo al centro della riflessione filosofica, spostando l'attenzione dai problemi cosmologici a quelli etici e politici. Introdussero il relativismo culturale, sostenendo che le leggi e i costumi sono convenzioni umane e non verità assolute. Questo pensiero era molto diverso dalla tradizione precedente che cercava verità universali e immutabili. I sofisti svilupparono anche metodi educativi innovativi, basati sulla discussione e sul confronto di opinioni diverse. Il loro insegnamento comprendeva materie come la grammatica, la dialettica, l'etica e la politica. Nonostante le critiche di alcuni filosofi come Platone, che li accusava di corrompere i giovani e di insegnare solo per denaro, i sofisti hanno lasciato un'eredità duratura nella cultura occidentale, influenzando lo sviluppo dell'educazione, della retorica e del pensiero critico.