Elena e la fragilità umana
Nell'Encomio di Elena, Gorgia difende la donna accusata di aver causato la guerra di Troia. Elena agì "per volere del caso e degli dei, per decreto di necessità, rapita per forza, convinta da discorsi, o presa d'amore" - in ogni caso è senza colpa.
Questo testo esprime la consapevolezza della fragilità umana: la nostra volontà è sempre soggiogata da forze superiori. È un'espressione del sentimento tragico dell'esistenza che caratterizza il pensiero di Gorgia.
L'uomo appare come vittima di circostanze che lo superano, mai veramente libero nelle sue scelte. Questa visione pessimistica contrasta con l'ottimismo di altri sofisti sul progresso umano.
L'uomo, la storia e il progresso
Protagora elaborò una teoria della civiltà che riflette una nuova concezione dell'uomo. Sostituisce alla visione esiodea della storia come regresso una teoria della storia come progresso.
L'uomo si differenzia dagli animali e supera le naturali debolezze entrando in società e sviluppando le tecniche - quel complesso di arti che trasformano il mondo a nostro vantaggio. La tecnica suprema è la politica, l'arte di vivere insieme nella città.
Nel mito di Prometeo, Zeus dovette donare agli uomini rispetto e giustizia perché potessero vivere in comunità. Prodico esaltò il lavoro come via alle più alte conquiste. Antifonte propose la concordia come base della società.
💡 Messaggio chiave: Per i sofisti l'uomo costruisce progressivamente la sua civiltà attraverso tecniche e leggi, senza interventi divini esterni.
I sofisti e la religione
I sofisti assumono posizioni rivoluzionarie verso la religione tradizionale. Protagora sostiene l'agnosticismo religioso: "Riguardo agli dei non posso sapere né che sono né che non sono" - non abbiamo strumenti adeguati per decidere.
Prodico riduce gli dei a proiezioni dell'utile: i primitivi divinizzarono ciò che li aiutava (il pane diventa Demetra, il vino Dioniso). Crizia denuncia il carattere strumentale della religione, inventata dai potenti per controllare i sudditi attraverso il timore di divinità che vedono tutto.
Queste posizioni accompagnano la rottura della visione sacrale dell'esistenza tipica della Grecia antica. Rappresentano un umanismo fondato sulla consapevolezza che l'uomo costruisce da solo il suo mondo.
Il problema delle leggi
Se le leggi sono opera esclusivamente umana, cosa obbliga a rispettarle? Le risposte dei sofisti sono diverse e contrastanti.
Per Protagora esiste continuità tra legge e natura: l'uomo realizza pienamente se stesso attraverso società e leggi. Senza di esse tornerebbe all'animalità primitiva. Ippia distingue invece tra legge naturale (immutabile e universale) e leggi umane (mutevoli e opinabili), preferendo la prima.
Antifonte considera "vera" solo la legge di natura, che spinge verso il giovevole e la concordia, mentre le leggi umane opprimono l'individuo. Afferma la naturale uguaglianza tra gli uomini, indipendentemente dalla nascita o ricchezza.