Vita e pensiero di Sant'Agostino
Agostino nasce nel 354 d.C. a Tagaste e studia retorica a Cartagine, dove si avvicina prima al manicheismo e poi allo scetticismo. A Milano incontra il vescovo Ambrogio e scopre il neoplatonismo, convertendosi al cristianesimo nel 386. Diventa poi vescovo di Ippona, dove muore nel 430.
Nelle Confessioni, la sua celebre autobiografia, Agostino dialoga con Dio raccontando il proprio percorso interiore. Qui emerge come la sua crescita intellettuale sia stata influenzata da relazioni personali e letture fondamentali. La verità, per Agostino, non è qualcosa da tenere per sé ma da proclamare apertamente.
La ricerca della verità avviene attraverso l'introspezione. Agostino invita a distogliere lo sguardo dal mondo sensibile per entrare in noi stessi, dove risiede Dio. Contro lo scetticismo, sostiene che anche nel dubbio esiste una certezza: quella di dubitare e quindi di esistere. La conoscenza è illuminazione divina: i criteri assoluti di giudizio come Bellezza e Giustizia derivano direttamente da Dio.
A sapere! Il concetto agostiniano "Se dubito, esisto" anticipa di oltre mille anni il celebre "cogito ergo sum" di Cartesio, dimostrando come anche nell'incertezza si possa trovare un punto fermo.
Per Agostino, Dio crea il mondo dal nulla con un atto di volontà. Le creature dipendono da Lui ma sono ontologicamente differenti. Mentre Dio vive nell'eternità, le creature sono immerse nel tempo, che nasce con la creazione stessa. Il tempo è una distensione dell'animo perché viene misurato nell'interiorità attraverso memoria, attesa e attenzione.
Riguardo al problema del male, Agostino rifiuta il manicheismo e afferma che il male non deriva da Dio. Il male è privazione di bene e di essere: il male fisico è mancanza di un bene relativo alla natura di una cosa, mentre il male morale (il peccato) dipende dalla volontà umana.