Parmenide e la sua rivelazione filosofica
Parmenide fondò la scuola eleatica nella città di Elea (in Campania) e scrisse il poema "Sulla natura", di cui rimangono pochi frammenti. Nel poema, si presenta come un saggio prescelto al quale una divinità rivela la verità filosofica. La dea gli mostra due modi opposti di guardare le cose: la verità (basata sulla ragione) e l'opinione (basata sui sensi).
La rivelazione divina presenta a Parmenide tre vie della ricerca, ma solo una è realmente percorribile: la via dell'essere. La via del non-essere è impraticabile percheˊilnon−esserenonpuoˋesistere, mentre della terza via, quella del probabile, non abbiamo frammenti. Il fulcro del suo pensiero è racchiuso nella formula "L'essere è e non può non essere, e il non essere non è e non può essere".
L'essere di Parmenide ha caratteristiche ben precise: è ingenerato e indistruttibile (non può nascere né morire), eterno nonpuoˋpassaredalnon−essereall′essereoviceversa, identico a sé stesso, sferico (perfetto e compiuto) e finito (completo). Questi attributi si basano sui principi d'identità e di non-contraddizione, fondamenti della logica occidentale.
💡 Momento "eureka": Quando Parmenide stabilisce che "l'essere è e il non-essere non è", pone le basi del pensiero logico occidentale e della filosofia ontologica. È la prima volta che un filosofo indaga non tanto le cose che esistono, ma il significato stesso dell'esistere!