L'empirismo inglese e i suoi tratti principali
L'empirismo inglese fu fondato da John Locke e si sviluppò in Inghilterra tra il Seicento e il Settecento. Questa corrente filosofica rappresenta un punto d'incontro tra la tradizione empirista, il cartesianesimo e la rivoluzione scientifica.
La caratteristica fondamentale dell'empirismo inglese è la concezione della ragione come facoltà limitata dall'esperienza, che viene considerata la fonte e l'origine del processo conoscitivo. Questo approccio si ricollega alla tradizione anti-innatistica e stabilisce l'esperienza come criterio di verità e strumento di certificazione delle tesi dell'intelletto.
Highlight: L'empirismo assume un atteggiamento critico nei confronti delle possibilità conoscitive dell'uomo e segue un indirizzo anti-metafisico, escludendo dalla filosofia i problemi riguardanti realtà non accessibili agli strumenti mentali finiti di cui l'uomo dispone.
L'empirismo inglese diede origine al concetto di filosofia come analisi del mondo umano nei suoi molteplici ambiti, che sarà poi caratteristico dell'Illuminismo.
Vocabulary: Anti-innatismo - Posizione filosofica che nega l'esistenza di idee innate nella mente umana.
Nel contesto dell'empirismo inglese, la ragione viene vista in modo diverso rispetto a Cartesio:
- Non è unica o uguale in tutti gli uomini
- Non è sempre affidabile
- Non ricava idee e principi da se stessa, ma dall'esperienza
Nonostante questi limiti, la ragione rimane l'unica guida efficace di cui l'uomo dispone. Locke, nel suo "Saggio sull'intelletto umano", estende il campo d'azione della ragione a tutti gli ambiti che interessano l'uomo, come la morale, la politica e la religione.
Quote: "Bisognava esaminare le capacità proprie dell'uomo, prima di iniziare indagini su qualsiasi materia, per comprendere quali oggetti sia in grado di affrontare l'intelletto umano." - John Locke