La filosofia politica di Fichte
All'inizio dell'800, in pieno romanticismo, Fichte sviluppa una riflessione su patria, nazione e libertà che avrà conseguenze drammatiche nella storia.
Per Fichte il dotto (l'intellettuale) non deve chiudersi nella sua "torre d'avorio" ma diventare una guida per la nazione. Il popolo è un gruppo accomunato da lingua, cultura e storia. La lingua è la dimensione più profonda che crea un popolo, riflettendone l'essenza e la storia.
Nei "Discorsi alla nazione tedesca", Fichte sostiene che il duro suono del tedesco deriva dal fatto che la Germania non è mai stata invasa, mentre l'italiano melodico è sinonimo di "contaminazione". Questa idea di purezza linguistica sarà ripresa tragicamente da Hitler.
⚠️ Attenzione: Le teorie di Fichte sulla superiorità culturale tedesca influenzeranno pericolosamente il nazismo!
Lo Stato deve essere un'istituzione che unisce tutela, giustizia ed educazione. Tutti devono sentirsi parte dello stato, così come siamo parte dell'Assoluto. Il bene dello stato coincide con il bene generale - un'idea che può diventare pericolosa.
Schelling critica la visione di Fichte: la natura non è elemento inerte, ma ha vita inconscia. Spirito e natura sono due facce della stessa medaglia, entrambi parte dell'Assoluto.