Parmenide e l'essere immobile
Parmenide di Elea rappresenta la svolta più radicale della filosofia antica. Questo pensatore "venerando e terribile" (come lo definiva Platone) crea due nuovi rami della filosofia: la gnoseologia (scienza della conoscenza) e la metafisica (scienza dell'essere).
La sua opera "Sulla natura" inizia con un mito potente: Parmenide viaggia su un carro divino fino a incontrare una dea che gli rivela la "verità rotonda" (perfetta): "l'essere è e non può non essere; il non essere non è e non può essere".
Per Parmenide solo la ragione conduce alla verità, mentre i sensi ci ingannano con la doxa (opinione falsa). L'essere - il suo archè - ha caratteristiche precise: è ingenerato, eterno, immobile, immutabile, unico, continuo, indivisibile, finito e sferico.
💡 Scontro epico: Parmenide critica duramente Eraclito - se l'essere è perfetto, come può "divenire"?
Zenone, il più fedele allievo di Parmenide, difende il maestro attraverso famosi paradossi. Dimostra che il movimento è solo un'illusione dei sensi: logicamente, non possiamo mai raggiungere un punto perché dovremmo percorrere infinite divisioni dello spazio.