Il Simposio di Platone è uno dei più importanti dialoghi filosofici sull'amore nell'antica Grecia. In quest'opera, diversi personaggi si riuniscono per un banchetto e discutono sulla natura di Eros.
Nel Simposio Platone presenta una serie di discorsi sull'amore, culminando con il celebre discorso di Socrate. Attraverso le parole della sacerdotessa Diotima, Socrate spiega che l'amore è desiderio di ciò che non si possiede e aspirazione alla bellezza e al bene. L'amore viene descritto come un "daimon", un essere intermediario tra divino e mortale, figlio di Poros (l'abbondanza) e Penia (la povertà). Questo concetto è fondamentale nel Simposio significato complessivo dell'opera.
Il percorso descritto nel Simposio Platone amore parte dall'attrazione fisica per arrivare all'amore per la bellezza in sé, attraverso vari gradi di elevazione spirituale. Cosa dice Socrate nel Simposio è particolarmente significativo: l'amore è presentato come una forza che spinge l'anima verso la contemplazione del bello ideale e del bene assoluto. Questo viaggio spirituale, che parte dal corpo per arrivare all'anima e infine alle idee, rappresenta il nucleo della teoria platonica dell'amore. Il dialogo si conclude con l'arrivo di Alcibiade, che fa un elogio di Socrate, descrivendolo come esempio vivente di questa concezione elevata dell'amore. La struttura del Simposio schema mostra come ogni discorso contribuisca a costruire una visione sempre più complessa e profonda dell'amore, fino a raggiungere il suo significato più alto nella filosofia platonica.