La critica alle relazioni causali
Hume nega anche il carattere oggettivo delle relazioni causali. Quando vediamo una palla da biliardo colpirne un'altra, i nostri occhi non vedono due movimenti distinti ma una successione di eventi.
Secondo Hume, noi trasformiamo per abitudine un "post hoc" (dopo questo) in un "propter hoc" (a causa di questo). Non c'è necessità oggettiva che la seconda palla si muova: è solo un'ipotesi basata sull'esperienza passata.
L'uomo è "prigioniero dell'abitudine" e tende naturalmente a vedere rapporti causali dove esistono solo successioni temporali. Filosoficamente parlando, non possiamo dimostrare che il rapporto causa-effetto sia oggettivamente necessario.
Kant, con la sua solida preparazione in matematica e fisica, non poteva accettare questo probabilismo radicale. Riconosce però l'importanza di Hume nel sottolineare il ruolo dell'esperienza umana.
💡 Differenza chiave: Kant è un "soggettivista moderato" perché crede che l'uomo possa entrare in contatto con la realtà, ma in modo limitato.