Le Categorie e l'Io Penso
Kant individua dodici categorie (concetti puri) che derivano dai diversi tipi di giudizio della logica tradizionale. Ogni volta che formuliamo un giudizio, applichiamo inconsciamente queste forme a priori. Per esempio, quando diciamo "tutti i gatti sono mammiferi" stiamo usando la categoria di quantità (totalità).
L'"Io penso" è la scoperta più rivoluzionaria di Kant. È la consapevolezza che accompagna ogni nostra rappresentazione mentale - quando vedo un albero, so sempre che sono io a vederlo. È come una firma che la nostra coscienza appone su ogni pensiero.
Questa appercezione trascendentale funziona in due fasi: prima riconduce le percezioni alla nostra coscienza ("questo lo sto pensando io"), poi le organizza attraverso le categorie ("e questo è un tavolo, quello è un gatto, ecc.").
Kant distingue tre tipi di soggetto: quello noumenico (come siamo in realtà, inconoscibile), quello fenomenico (come ci appariamo quando ci studiamo scientificamente) e quello trascendentale (la pura funzione unificatrice dell'Io penso, che non è né sostanza né oggetto).
L'Io penso è sempre soggetto e non può mai diventare oggetto di conoscenza - è il regista del film della conoscenza, ma non può mai apparire sullo schermo. Per questo Kant usa una forma verbale: non è una "cosa" ma un'attività continua di unificazione.
💡 Attenzione: L'Io penso non è il tuo ego o la tua personalità, ma la struttura formale che rende possibile ogni pensiero. È la condizione trascendentale di ogni conoscenza possibile.