Hegel e l'Idealismo Tedesco
Hegel rappresenta il culmine dell'idealismo tedesco, una corrente che ha fatto piazza pulita del concetto kantiano di "cosa in sé". Perché questo concetto era problematico? Semplice: Kant diceva che la realtà in sé è inconoscibile, ma nel momento stesso in cui la definiamo "inconoscibile" in qualche modo la stiamo già conoscendo!
Per Hegel il pensiero diventa infinito e coincide con il pensiero divino in una visione panteistica dove Dio e mondo sono la stessa cosa. Non c'è più nulla "sopra" il pensiero - è lui il protagonista assoluto della realtà.
Il filosofo tedesco elabora tre capisaldi fondamentali del suo sistema. Il primo è la risoluzione del finito nell'infinito: esiste solo una realtà infinita chiamata Assoluto o Spirito assoluto, che è Dio stesso. Tutto ciò che vediamo come finito e limitato sono solo manifestazioni di questa unica realtà.
💡 Ricorda: A differenza di Spinoza, per Hegel l'Assoluto non è statico ma dinamico - si sviluppa e si comprende attraverso un processo continuo.
Il secondo capisaldo è la coincidenza di ragione e realtà, sintetizzata nella celebre frase: "Ciò che è razionale, è reale; ciò che è reale, è razionale". Questo significa che la realtà ha una struttura razionale di fondo, e anche i momenti apparentemente negativi della storia sono tappe necessarie verso un risultato positivo (ottimismo metafisico).
Il terzo punto riguarda la funzione giustificatrice della filosofia. Come dice Hegel: "La nottola di Minerva comincia il suo percorso al crepuscolo" - la filosofia arriva a capire la realtà solo quando questa ha già compiuto il suo sviluppo, proprio come la civetta che vola al tramonto.