I Primi Filosofi
Talete VII−VIsec.a.C., considerato il primo filosofo, identifica nell'acqua il principio di tutte le cose. Per lui, l'acqua è presente in tutto ciò che è umido e vivente. La sua visione è panteistica: "tutto è pieno di Dei".
Anassimandro VII−VIsec.a.C. introduce invece il concetto di apeiron, l'indefinito e illimitato, come principio originario. L'apeiron è infinito nello spazio e nel tempo, e da esso derivano tutti gli elementi tramite un processo di separazione che genera i cicli cosmici.
Anassimene riconosce nell'aria il principio primordiale. Secondo lui, l'aria per condensazione diventa acqua, terra e pietra, mentre rarefacendosi diventa fuoco. L'aria è quindi la forza animatrice del mondo.
Pitagora (570 a.C.) fondò una scuola a Crotone, strutturata come associazione religiosa e politica con regole rigide. Distingueva gli acusmatici (coloro che ascoltavano) dai matematici (coloro che elaboravano concetti). Riprendendo l'orfismo, i pitagorici credevano che l'anima potesse purificarsi attraverso il sapere.
La dottrina del numero pitagorica considerava i numeri come la sostanza primordiale di tutte le cose. I pitagorici collegavano algebra e geometria, rappresentando i numeri con simboli geometrici. Attribuivano caratteristiche morali ai numeri: i dispari erano considerati positivi e completi, i pari negativi e incompleti.
💡 I pitagorici furono rivoluzionari anche in astronomia: furono i primi a immaginare un modello eliocentrico dell'universo, con il sole (o un fuoco centrale) al centro e i pianeti che gli ruotano attorno!