Fichte: Vita e Filosofia dell'Io
Nato in Germania nel 1752, Fichte si appassiona alle opere di Kant, soprattutto alla "Critica del giudizio". Diventa professore a Jena ma nel 1799 viene costretto alle dimissioni per accuse di ateismo - secondo lui era possibile essere religiosi senza credere in un Dio tradizionale.
La sua filosofia ruota attorno a un'idea rivoluzionaria: l'azione morale è la chiave per interpretare tutta la realtà. Per Fichte, l'io è il principio supremo sia del sapere che dell'essere - non esiste nulla prima dell'azione dell'io che pone se stesso.
La Dottrina della Scienza è il suo progetto più ambizioso: costruire una "scienza della scienza" che spieghi il fondamento di ogni conoscenza. Identifica tre principi fondamentali che funzionano come tesi-antitesi-sintesi: l'io pone sé stesso, poi pone il non-io (il mondo esterno), infine si trova limitato da questo mondo che ha creato.
Ricorda: Per Fichte l'azione viene prima dell'essere - siamo noi che creiamo la realtà attraverso la nostra attività morale!
La vera libertà si raggiunge collaborando con gli altri per rendere libero tutto il genere umano. Il dotto (l'intellettuale) ha quindi una missione speciale: educare gli uomini ed eliminare le cattive inclinazioni per guidarli verso il perfezionamento morale.
Durante l'occupazione francese, Fichte scrive i Discorsi alla Nazione Tedesca, esaltando il popolo tedesco come guida della rinascita culturale europea. Quest'opera pedagogica mostra il suo impegno pratico oltre che teorico.