Giordano Bruno: Il Filosofo dell'Infinito
Giordano Bruno (1548-1600) è forse il più affascinante e tragico dei filosofi rinascimentali. Nato a Nola, questo ex-domenicano ha pagato con la vita le sue idee rivoluzionarie: fu arso vivo a Campo dei Fiori il 17 febbraio 1600, rifiutando fino alla fine di ritrattare le sue convinzioni.
Il pensiero di Bruno è dominato da un amore sconfinato per la vita e la natura. Odiava chi faceva della cultura un esercizio sterile, ignorando la natura vivente. Per lui, la natura è divina - non ha bisogno di una fonte divina esterna che la crei, perché è già perfetta in sé.
Bruno si definiva un "mago", ma non nel senso di incantesimi e superstizioni. La sua magia era l'armonia della natura, la capacità di entrare in sintonia con le forze cosmiche. Dio è ineffabile - non possiamo conoscerlo con la ragione, ma possiamo vivere il divino stando a stretto contatto con la natura.
La sua visione della religione era provocatoria: considerava il cristianesimo come un sistema di credenze assurde, utile solo per governare popoli rozzi. La vera religione, per Bruno, è la filosofia naturale - una sapienza originaria che permette di cogliere l'unità divina del cosmo.