I primi filosofi della natura
Talete fineVII−metaˋVIsec.a.C., fondatore della scuola di Mileto, fu politico, astronomo, matematico e fisico. Secondo Aristotele, fu il primo a parlare di arché, logos e physis. Per Talete il principio di tutte le cose è l'acqua: essa è la sostanza del mondo, che "sta sotto" e "sostiene la Terra".
Anassimandro 611−546a.C., concittadino di Talete e autore del primo scritto filosofico greco ("Intorno alla natura"), individuò l'arché nell'ápeiron (infinito), qualcosa di infinito e indeterminato dal quale tutte le cose hanno origine e nel quale tornano a dissolversi. Per lui le cose derivano dalla sostanza primordiale per separazione: un movimento eterno separa i contrari, dando origine a infiniti mondi che si succedono ciclicamente.
💡 Anassimandro introduce un'idea rivoluzionaria: esiste una legge cosmica che regola nascita e morte di ogni cosa, quasi come una "giustizia universale" che punisce ogni essere per l'"ingiustizia" di essere nato!
Anassimene 586−525a.C. riconobbe come principio l'aria, attribuendole i caratteri dell'infinito e del movimento. Per lui il mondo è un animale gigantesco che respira, e il respiro è la sua anima. Dall'aria le cose derivano per condensazione e rarefazione: rarefacendosi diventa fuoco, condensandosi diventa vento, nuvola, acqua, terra e pietra.
Eraclito di Efeso VI−Vsec.a.C., noto come "l'oscuro", contrappose la filosofia all'opinione comune. Egli distingueva tra "dormienti" non−filosofi e "svegli" (filosofi): solo chi esce dal dormiveglia quotidiano può comprendere le leggi oggettive del mondo. Il vero filosofo è colui che sa riflettere in solitudine, possiede una visione profonda del mondo e trova una propria condotta di vita indipendente.
Per Eraclito, la legge segreta del mondo è il logos, che presiede al continuo divenire dell'universo (panta rei, tutto scorre). Secondo la sua dottrina, i contrari sono strettamente connessi e in perenne lotta: "Polemos (guerra) è padre di tutte le cose". L'armonia del mondo non risiede nella conciliazione dei contrari ma nel mantenimento del conflitto.