La volontà di vivere: l'essenza nascosta della realtà
Qui Schopenhauer si distacca nettamente da Kant. Mentre Kant diceva che il noumeno (la cosa in sé) è inconoscibile, Schopenhauer afferma di aver trovato la chiave: il nostro corpo. Quando muoviamo una mano, viviamo contemporaneamente due esperienze - vediamo il movimento dall'esterno e lo sentiamo dall'interno.
Questa esperienza diretta ci rivela che dietro il mondo dei fenomeni si nasconde la volontà di vivere - una forza cieca, insaziabile e irrazionale che spinge tutto ciò che esiste. Noi non siamo altro che manifestazioni di questa volontà universale.
Il problema è che la volontà è sinonimo di dolore. Ogni desiderio nasce da una mancanza, e finché non lo soddisfiamo, soffriamo. Ma quando lo realizziamo, subito ne nasce un altro, oppure cadiamo nella noia. È un ciclo infinito: bisogno → dolore → breve soddisfazione → noia → nuovo bisogno.
Per Schopenhauer esistono solo due vie di fuga temporanee: l'arte (soprattutto la musica e la tragedia) che ci permette di dimenticare momentaneamente i nostri desideri, e l'amore - anche se quest'ultimo è solo un inganno della volontà per farci riprodurre.
💡 Concetto chiave: "La felicità è negativa" - quello che chiamiamo piacere è solo l'assenza temporanea del dolore, mentre il dolore è l'unica cosa realmente positiva nella vita.