Le due dimostrazioni dell'esistenza di Dio
Nel Monologion, Anselmo parte dall'osservazione della realtà che ci circonda. Nota che tutto ha diversi gradi di perfezione - alcune cose sono più belle, più buone, più perfette di altre.
Se esiste questa gerarchia, deve per forza esistere qualcosa di assolutamente perfetto all'origine di tutto. Questo qualcosa è Dio, necessario come causa di ogni perfezione che vediamo nel mondo.
Il Proslogion è ancora più geniale. Qui Anselmo vuole confutare l'ateo (che chiama "stolto") usando solo la ragione pura. Parte definendo Dio come "un essere di cui non si può pensare nulla di maggiore".
💡 La prova ontologica in sintesi: Se riesci a pensare Dio come il più perfetto possibile, allora deve esistere per forza, perché esistere nella realtà è più perfetto che esistere solo nel pensiero!
Secondo Anselmo, quando l'ateo pensa a Dio (anche per negarlo), cade in contraddizione. Se Dio è davvero l'essere più perfetto possibile, deve avere anche l'esistenza - altrimenti non sarebbe il massimo della perfezione.
Gaunilone fu il primo a criticare questa dimostrazione: secondo lui, pensare una cosa perfetta non significa che esista davvero. Anselmo rispose che Dio è un caso speciale, perché possiede già in sé ogni qualità positiva.