Lo scontro finale tra amore e destino
Didone si rivolge ad Enea con rabbia e dolore, accusandolo di voler nascondere la sua "infamia" e andarsene senza nemmeno una parola. "Non sei più trattenuto dall'amore che abbiamo condiviso, né dalla promessa che mi avevi fatto!" Gli rimprovera di preparare la flotta proprio sotto il cielo invernale.
Le parole di Didone sono un appello disperato: lo implora per le lacrime che versa, per il loro matrimonio suggellato. Si sente sola e tradita - la sua città è odiata dai nemici, i cittadini la disprezzano, il suo onore è distrutto. "Almeno se avessi avuto un figlio da te, un piccolo Enea che mi ricordasse il tuo volto!"
Enea però rimane fermo e controllato. Nonostante le parole dolorose, cerca di reprimere il suo dolore. Risponde in modo conciso ma definitivo: non nega i meriti di Didone, non rimpiange i momenti passati, ma il suo destino è segnato.
"Non ho mai nascosto la mia partenza. Gli oracoli di Apollo e la volontà degli dei mi ordinano di andare verso la grande Italia, la mia vera patria." Enea ammette che se potesse scegliere forse rimarrebbe, ma il fato non dipende da lui. È il conflitto eterno tra desiderio personale e dovere pubblico.
💡 Tragedia classica: Né Didone né Enea sono cattivi - sono vittime di forze più grandi di loro, il che rende tutto più commovente!