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Prima guerra mondiale

15/9/2022

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Prima Guerra Mondiale 1914-1918
La prima grande guerra segna numerosi cambiamenti importanti, riguardanti soprattutto la società e la
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Prima Guerra Mondiale 1914-1918 La prima grande guerra segna numerosi cambiamenti importanti, riguardanti soprattutto la società e la posizione dei territori dell'Europa. Le cause che hanno portato al suo scoppio sono state sia occasionali e improvvise che remote. All'inizio del Novecento, infatti, covavano tra le grandi potenze numerose tensioni provenienti dall'età dell'Imperialismo; in particolar modo fra: → Francia e Germania in particolare dopo la sconfitta della guerra franco-prussiana, in cui la Francia aveva non solo perso le regioni dell'Alsazia e della Lorena, ma anche subito una forte umiliazione nazionale. Era quindi forte il desiderio di rivalsa dei francesi. (in + erano entrambe interessate al Marocco) → Germania e Inghilterra, la prima rappresentava ormai una grande potenza industriale ma l'imperatore Guglielmo II ambiva a diventare uno Stato dominante e quindi a sottrarre all'Impero britannico l'egemonia sui mari. Durante gli ultimi anni del diciannovesimo secolo l'Impero germanico aumentò le spese militari ed ingrandì la loro flotta, cosa che fece allarmare i britannici → corsa agli armamenti. Un'altra causa fu la crisi dell'Impero ottomano, il quale con le guerre del 1912-1913 aveva perso gran parte dei territori della penisola balcanica generando un vuoto di potere e provocando ulteriori rivalità e ambizione nella penisola. Essa infatti era al centro degli interessi dell’Austria-Ungheria e della Russia; la prima era interessata a quei territori...

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Didascalia alternativa:

dopo aver perso quelli italiani, la seconda invece ambiva a uno sbocco sul Mediterraneo. Le tensioni erano aggravate dal desiderio di indipendenza delle popolazioni degli Imperi multinazionali (es. Impero austro-ungarico). L'impero austro-ungarico nel 1908 aveva annesso la Bosnia-Erzegovina, la quale era caratterizzata da un forte pluralismo etnico linguistico e religioso a cui erano parte anche i serbi che aspiravano all'indipendenza asburgica per unirsi al Regno di Serbia → volontà di emergere come grande potenza regionale. Infine a giustificare ideologicamente l'imminente guerra come difesa (strumento legittimo) furono i sentimenti di nazionalismo e militarismo e i cittadini la vedono come un'occasione per dimostrare eroismo, mentre un rifiuto alla guerra sarebbe visto come vigliaccheria. L'inizio della guerra Il 28 giugno 1914 a Sarajevo l'arciduca d'Austria Francesco Ferdinando (successore al trono) fu assassinato da Gavrilo Princip uno studente serbo-bosniaco membro di un'associazione nazionalista. La Serbia infatti era sospettata di appoggiare organizzazioni terroristiche in Bosnia (come quella a cui apparteneva Gavrilo) e ambiva a unire tutti i popoli slavi del sud in un unico Stato → in risposta a ciò il governo austriaco, deciso a porre fine al problema, inviò un ultimatum al governo serbo, accettare avrebbe comportato al rinuncio dell'indipendenza. L'ultimatum fu respinto e il 28 luglio 1914 L'Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia e da quel momento le alleanze militari trascinarono in guerra un paese dopo l'altro. La Russia si mobilitò e scese in campo a fianco della Serbia, la Germania (alleata dell'Impero austroungarico) dichiarò guerra alla Russia e alla Francia, la quale era alleata dello zar. La Gran Bretagna scese pochi giorni dopo successivamente all'invasione dei tedeschi del Belgio (a cui i britannici avevano dichiarato protezione). Due schieramenti contrapposti: → Imperi Centrali (Germania e Austria-Ungheria) + Impero ottomano →Alleati/I paesi dell'Intesa (Francia, Gran Bretagna e Russia) a cui si aggiungerà il Giappone interessato ad alcuni possedimenti tedeschi. Fu così che per effetto domino si creerà una guerra su scala mondiale, nonché di una grandezza inaspettata. Fra le popolazioni dei paesi belligeranti si diffuse l'entusiasmo per la guerra animato da un sentimento nazionale per lungo tempo propagandato dalle istituzioni. Ideologia imperialista→ ogni nazione aveva una "missione storica" da compiere, ovvero ribadire la superiorità della propria civiltà sulle altre nazioni. Fra i soldati si diffuse l'egualitarismo cameratesco. Essi erano finalmente uniti per una causa comune, questo spiega il perché molti uomini partirono volontariamente per il fronte. (la Seconda Internazionale (che riuniva partiti socialisti e laburisti europei) a sciogliersi a causa delle divisioni interne tra chi sosteneva i paesi in guerra e chi si opponeva ad essa.) IL FRONTE OCCIDENTALE Lo stato maggiore tedesco attuò un piano per non dover combattere su due fronti nello stesso momento, esso consistette nella rapida sconfitta della Francia, prima che la Russia riuscisse a mobilitare il proprio esercito (idea di guerra lampo) →piano Schlieffen, prevedeva una manovra di aggiramento dal Belgio per sorprendere l'esercito francese. Il Belgio resistette per due settimane, ma nonostante ciò i tedeschi riuscirono ad avanzare lo stesso giungendo vicino a Parigi. La Francia dislocò il suo esercito rapidamente (grazie all'industrializzazione i soldati vanno in treno) sulle rive del fiume Marna, dove assieme ai britannici riesce ad avere la meglio sui tedeschi nella battaglia della Marna e nella battaglia delle Fiandre. I tedeschi furono costretti a indietreggiare e la guerra si trasformò in una guerra di posizione. Per evitare carneficine si scavarono trincee in cui i soldati rimasero 4 anni. IL FRONTE ORIENTALE I russi si scontrano contemporaneamente con gli austro-ungarici e i tedeschi. Contro i primi vinsero nella battaglia di Leopoli occupando parte della Galizia, ma il tentativo di penetrare nella Prussia fu fallimentare perché sconfitti dai tedeschi a Tannenberg. Durante il 1915 la guerra proseguì senza che nessuno dei due schieramenti riuscì a prevalere. (rimasero anche loro 4 anni nelle trincee). Fronte medio-orientale→ gli inglesi si scontrarono senza successo con gli ottomani a Gallipoli. GRAN BRETAGNA Calais Sommel Amiens Corsa al mare (ott.1914) Parigi Compiègne FRANCIA MARE DEL NORD Dunkerque Bruges 5 MAR BALTICO Confini nel 1914 Attacchi tedeschi Attacchi alleati Varsavia Cambrai Battaglia della Mama (settembre 1914) Finlandia Reims. IMPERO AUSTRO- UNGARICO Belgrado SERBIA Troyes 2,Laghi Masuri Minsk Tannenberg Polonia Leopoli ......... Linea della guerra di trincea (novembre 1914-marzo 1918) Gand ROMANIA BELGIO Anversa Bruxelles Sedan Battaglia delle Frontiere (agosto 1914) Marna ●San Pietroburgo GRECIA Gallipoli 3 Istanbul PAESI BASSI Mosca Liegi Verdun Metz F LUSSEMBURGO Nancy Lussemburgo IMPERO TEDESCO Ankara Mosella Colonia Aquisgrana Sebastopoli MAR NERO Düsseldorf IMPERO RUSSO Treviri Lorena IMPERO OTTOMANO Strasburgo Alsazia Basi Tbilisi MAR CASPIO UN CONFLITTO NUOVO La prima guerra mondiale è stato un conflitto nuovo, nessuno si aspettava una guerra di tale durata e di tali dimensioni. Nonostante la guerra non sembrava risolversi in tempi brevi, i soldati degli Stati belligeranti non si tirarono indietro e alla fine della guerra il numero di combattenti mobilitati fu in totale 60 milioni, per questo la grande guerra fu definita come la prima guerra di massa della storia. ➤ Essa, combattuta fra le grandi potenze industriali, accelerò lo sviluppo delle nuove tecnologie grazie all'enorme quantità di denaro che lo Stato spese per migliorare l'equipaggiamento del proprio esercito. Le protagoniste dello sviluppo furono le armi: → il carro armato inventato dai britannici; → il sommergibile utilizzato dai tedeschi per affondare le navi mercantili che rifornivano i paesi nemici. Importante fu anche l'uso dei mezzi di distruzione di massa prodotti nelle fabbriche in grandi quantità: → la mitragliatrice; → l'artiglieria, la principale causa di morte in grado di superare le linee nemiche, ogni offensiva era infatti preceduta da bombardamenti che duravano anche giorni. Ci fu anche l'uso dei gas, i tedeschi li usarono per la prima volta durante la battaglia di Ypres. Esso veniva lanciato oltre le linee nemiche e accecava o soffocava le vittime gli altri eserciti si affrettarono a produrre la maschera antigas. Per l'uso di tutte queste armi, prodotte dalla Seconda Rivoluzione Industriale, e per l'uso anche di mezzi di comunicazione come il treno, il telefono, la radio ecc.. la guerra si definisce una guerra tecnologica. L'uso delle armi di fuoco fece sì che la guerra fosse interamente dominata dalla tecnica e dai prodotti dell'industrializzazione; la potenza delle macchine ridusse al minimo le possibilità di movimento e costrinse i soldati a restare entro i limiti della posizione da tenere per sopravvivere. Nasceva così una nuova forma di guerra chiamata guerra di trincea. La trincea era una lungo fossato nel terreno che ospitava le truppe in modo da potersi difendere. Erano perennemente sotto al tiro del nemico (che si trovava in un'altra trincea a 100 metri) e questo comportava non potersi spostare e dover vivere in condizioni disumane che portarono i combattenti ad avere traumi indelebili (fu un'esperienza inedita e inaspettata). Gli eserciti passarono anni inchiodati nelle trincee protette da reticolati di filo spinato e separate dalla frontiera nemica tramite la cava di nessuno (striscia di terra fra le trincee) essi erano dotati di sentinelle e cecchini (si controlla ma non si agisce, se si fosse agito = carneficina) quindi si avanzava ma si tornava indietro subito dopo → guerra di logoramento. Parallelamente al fronte militare negli Stati impegnati nel conflitto venne a crearsi un "fronte interno". Infatti la guerra doveva essere combattuta e vinta non solo sul campo di battaglia, ma nel paese stesso, potenziando la produzione industriale e mantenendo alto il morale della popolazione civile persuadendola con la propaganda ad accettare i sacrifici della guerra. L'economia venne riorganizzata x la guerra, i suoi ritmi vennero stravolti e la produzione venne incrementata in modo da poter disporre sempre delle risorse necessarie → questo comportava per gli Stati un enorme sforzo organizzativo e finanziario da cui trassero vantaggio le industrie (guerra vista come incubatrice dello sviluppo industriale). Per mantenere elevati i ritmi della produzione ci fu bisogno di una mobilitazione totale, le donne entrarono massicciamente a lavorare nelle fabbriche per sostituire la manodopera richiamata alle armi e impegnata al fronte. Esse erano necessarie soprattutto nel settore dell'industria bellica ma svolsero ogni tipo di attività. Anche i cittadini furono coinvolti, in quanto prestarono denaro (prestiti di guerra) per finanziare il continuo delle ostilità. ➤ Infine la prima guerra mondiale è definita una guerra totale. Totale sia perché non venne rispettata la distinzione fra paesi belligeranti e paesi neutrali → quando i tedeschi invasero il Belgio che si era ritenuto neutrale l'opinione pubblica fu scossa; sia perché non venne tenuto conto della distinzione fra militari e civili. Questi ultimi caddero vittime anche sui mari, quando il transatlantico britannico della Lusitania venne colpito da un sommergibile tedesco. Sulla nave si trovavano sia armi che civili e il suo affondamento provocò la morte di più di mille persone → questa azione serviva a mettere in crisi la produzione industriale dei nemici. L'ITALIA IN GUERRA Allo scoppio della guerra l'Italia decise di rimanere neutrale nonostante fosse legata all' Austria-Ungheria e alla Germania tramite la Triplice alleanza. L'Italia poté scegliere perché era un accordo difensivo e gli austro-ungheresi avevano dichiarato guerra alla Serbia senza consultare gli italiani non c'era alcun obbligo nei confronti dell'alleato. Successivamente ci fu un dibattito tra interventisti (a favore della guerra contro il nemico austriaco) e neutralisti, riguardante l'entrata dell'Italia in guerra a sostegno dell'Intesa. Lo schieramento INTERVENTISTA era formato dai nazionalisti i quali giudicavano gli interessi austro ungarici in contrasto con quelli dell'Italia e la consideravano un'occasione di prestigio e dagli irredentisti per i quali una guerra contro l'Austria-Ungheria avrebbe consentito all'Italia di conquistare le terre irredente (il Trentino, la Venezia Giulia e Trieste). Lo schieramento NEUTRALISTA era formato dai liberali giolittiani e Giolitti, i quali pensavano che l'Italia fosse impreparata a una guerra e che si potesse fare un accordo diplomatico con l'Austria per ottenere una parte di terre irredente (convinti non volesse un altro fronte), dai cattolici i quali erano di orientamento pacifista e mostravano simpatia per uno Stato cattolico come l'Austria, e infine dai socialisti che mantennero un atmosfera pacifista. Diverso fu Benito Mussolini, appartenente al partito socialista e sempre stato contrario alle ostilità, perché durante la prima guerra mondiale cambiò linea politica in favore della guerra venendo cacciato dal partito. All'interno del Parlamento i neutralisti erano in una posizione di maggior forza, tuttavia però il fronte interventista sollecitato da numerosi intellettuali dimostrò capacità di mobilitazione di masse attraverso manifestazioni in piazze → es. Gabriele D'Annunzio fu parte del movimento degli interventisti e anche uno dei più attivi, egli riuscì a infiammare le folle con manifestazioni a favore della guerra. Parallelamente il governo giunse a un patto segreto con la Francia, Russia e Gran Bretagna> patto di Londra 1915, il quale prevedeva che in caso di vittoria avrebbe ottenuto il Trentino, l'Alto Adige, Trieste, la Dalmazia settentrionale e altri territori slavi e tedeschi. Esso fu sottoscritto a insaputa del Parlamento e nonostante fossero maggiori i neutralisti le forze maggiori erano a favore degli interventisti (Corona)→DEMOCRAZIA FRAGILE. A seguito di ciò il Parlamento si piegò e il 20 maggio, con la sola eccezione dei socialisti, approvò l'entrata in guerra dell'Italia dichiarazione di guerra 23 maggio e le operazioni militari ebbero inizio il 24 maggio. GLI ANNI 1915-1916 = bienni di stallo Il fronte italo-austriaco L'Austria fu costretta a spostare una parte delle truppe al fronte meridionale per contrastare gli italiani l'Italia aveva un esercito numeroso ma non abbastanza equipaggiato → industria pesante non sufficientemente sviluppata per produrre in velocità. Il comandante italiano Luigi Cadorna lanciò 11 offensive sul fiume Isonzo per conquistare Trieste e Vienna, ma esse non ottennero alcun successo> solo centinaia di morti. TRIACO Adige P.so dello Stelvio P.so del Tonale Adamello L. di Garda Trentino Rovereto Merano Adige Trento Verona Tirolo Meridionale Bolzano P.so Rolle Altopiano di Asiago Vicenza REGNO D'ITALIA Cime di Lavaredo Falzarego Tofane Cadore Feltre M. Grappa Bassano Belluno Padova Castelfranco Treviso P.so M. Croce di Comelico Vittorio Veneto Venezia Pordenone Drava P.so M. Croce Camico 2pp2 Carnia Friuli Udine italo Kaustharo Carinzia IMPERO AUSTRO-UNGARICO MAR ADRIATICO Grado Caporetto Sari Michele M. Sabotino Gorizia Tolmino D'altra parte invece gli austriaci invece organizzarono una "spedizione punitiva" (Strafexpedition) contro l'ex alleato, a cui gli italiani seppero tener testa e resistere. Carso Trieste Istria Il fronte occidentale + tragico Situazione militare in stallo, i tedeschi cercano di sbloccarla con un attacco a Verdun, ma la battaglia si rivelò altrettanto lunga e comportò un enorme impiego di forze senza risultati sperati. Parallelamente i britannici organizzarono un'offensiva lungo il fiume Somme > nuova battaglia di logoramento senza alcun risultato decisivo per la guerra. Queste due battaglie ebbero un rilievo notevole all'interno del conflitto, sia per la capacità di resistenza che per l'altissimo numero di morti e forze impiegate. La guerra sui mari La Gran Bretagna e la Germania si erano misurate militarmente anche tramite le flotte. Nonostante i grandi investimenti della seconda, la prima riuscì a riaffermare la loro supremazia sui mari, impedendo alla Germania uno sbocco navale per ricevere approvvigionamenti dalle colonie e paesi neutrali. Con la battaglia dello Jutland la Germania prese atto di non poter avere uno scontro aperto con la Gran Bretagna e abbandonò, ma intensificò la guerra sottomarina (dal 1917 i sommergibili affondarono tutte le navi senza distinzioni). GLI ANNI 1917-1918 = bienni di svolta Logoramento eserciti Dopo 3 anni era chiaro che nessuno dei due schieramenti era preparato al nuovo tipo di guerra (che era combattuta sulla difensiva), i generali però continuavano a lanciare offensive impiegando migliaia di risorse umane e cannoni perché l'importante era logorare l'avversario fino a farlo crollare (a patto che entrambi avessero delle perdite). D'altra parte i soldati però stavano perdendo la loro volontà di combattere, svanì sia l'idea di soldato-guerriero sia i valori con cui la società aveva cercato di giustificare la partecipazione alla guerra. Le condizioni in cui vivevano provocarono ribellioni e ammutinamenti, i russi e i francesi rifiutarono talvolta di partecipare agli attacchi e chiesero di porre fine alla guerra. In risposta a ciò i comandanti reagirono soffocando le rivoluzioni ordinando fucilazioni fra i soldati. Cadorna era un comandante impopolare duro e spietato e fu uno di quelli che ordinò una fucilazione a causa della codardia fra i soldati. Fronte interno Anche nel fronte interno ci furono numerose proteste contro la guerra, sia per le continue perdite che per le condizioni a cui i soldati erano costretti nelle fabbriche. I paesi maggiori non potevano più commerciare con il resto del mondo e le loro risorse iniziarono a scarseggiare. Nel 1917 in tutta Europa si verificarono scioperi e manifestazioni politiche repressi dalla polizia (es. a Torino nell' agosto 1917 ci fu lo sciopero perché in città non c'era più pane). Anche tra i partiti socialisti cresceva l'ostilità, pensavano fosse giusto approfittarne per far cadere i governi borghesi. L'entrata degli Stati Uniti e l'uscita della Russia Il 6 aprile 1917 gli Stati Uniti entrarono in guerra contro la Germania, si decise l'intervento a causa dei continui attacchi alle navi mercantili, che commerciavano con la Gran Bretagna, dai sommergibili tedeschi, i quali erano una minaccia all'economia statunitense che traeva vantaggio dal commercio di armi con l'intesa. La sua entrata andò a controbilanciare l'uscita della Russia, la quale dopo due rivoluzioni (ottobre 1917 > caduta impero zarista e formazione repubblica liberale e ottobre 1917 > portò al potere i bolscevichi di Lenin che volevano la pace) si ritirò e chiuse il fronte orientale nell'ottobre 1917. Questo fece sì che la Germania e l'Austria-Ungheria si concentrassero su altri fronti, in particolare quello italiano. La disfatta di Caporetto Il 24 ottobre 1917 la disfatta dell'Italia fu sia militare che politica. Militarmente fu a causa sia della chiusura del fronte russo che dal sostegno dei tedeschi che inviarono le loro migliori divisioni. Inoltre essi utilizzarono una nuova strategia d'attacco che prevedeva la penetrazione in profondità nel territorio e Cadorna non era preparato a un attacco del genere e non fu in grado di organizzare una resistenza. Invece politicamente l'impreparazione fu causata anche dallo spacco fra vertici e soldati, Cadorna gettò l'intera responsabilità sull'esercito italiano che di fronte all'avanzata austriaca fuggì, fornendo un'immagine di negazione delle proprie responsabilità. In realtà l'esercito italiano era più debole e a causa dell'impreparazione dei suoi comandanti e non fu in grado di resistere. Caporetto fu anche uno spartiacque per le sorti del conflitto in Italia, prima nel mondo politico c'era la spaccatura fra interventisti e neutralisti ora invece era unito e c'era un obiettivo comune (liberare il territorio nazionale occupato dal nemico). Il Piave e il Vittorio Veneto Nel 1918 gli austro-ungarici speravano che, dopo Caporetto e concentrando tutte le loro forze sul fronte italiano, l'Italia non avrebbe resistito e avrebbe chiesto un armistizio. Gli italiani invece sotto il comando di Armando Diaz, un nuovo generale dai metodi più moderni e umani di Cadorna, e grazie allo sforzo industriale del paese, riuscirono a tenere testa agli austriaci all'attacco sul fiume Piave. Nell'autunno 1918 gli italiani passarono al contrattacco e l'offensiva passò alla storia come la battaglia di Vittorio Veneto. La resistenza austriaca fu breve, dietro il fronte la coesione interna stava venendo a meno e intanto gli italiani riuscirono a prendere Trento e Trieste e continuare l'avanzata acquisendo una posizione di maggior forza. Il 4 novembre 1918 il comando austriaco firmò l'armistizio. La sconfitta della Germania I tedeschi avevano tentato dalla primavera del 1918 una serie di offensive a ovest convinti che le forze francesi fossero esaurite, nonostante ciò se all'inizio ebbero un enorme successo successivamente vennero contenute dalla resistenza degli Alleati rafforzati dall'esercito americano. L'ultima offensiva fu chiamata "Friedenstrum" che si risolse in un disastro. I tedeschi furono poi sconfitti nella battaglia di Amiens e non poterono far altro che ritirarsi dalla Francia. In Germania ci furono numerose rivolte e il 9 novembre l'imperatore Guglielmo II dovette fuggire e al suo posto venne proclamata la costituzione di una repubblica che firmò l'armistizio l'11 novembre 1918. 1918= sconfitta Imperi centrali. In una guerra di questo tipo i vincitori sono quelli che riescono a resistere fino alla fine con le risorse a disposizione> vince chi ha più risorse (soldati, entusiasmo e cibo). La prima conseguenza della guerra fu lo smantellamento di quattro grandi imperi: quello russo crollato nella rivoluzione del 1917; l'impero austro-ungarico; la Germania che fu trasformata in repubblica e l'Impero Ottomano che si dissolse. Un nuovo diritto internazionale Il problema di come intervenire nel continente europeo e di come organizzarlo da parte dei vincitori per evitare di creare conflitti era stato affrontato dal presidente americano Wilson nel 1918. Egli aveva esposto un documento articolato in 14 punti basato fondamentalmente su due principi: l'affermazione della libertà di commercio tra le nazioni → graduale eliminazione dei dazi e delle barriere doganali e l'affermazione del diritto di autodeterminazione dei popoli che implicava la libertà di ogni nazionalità di scegliere come meglio governarsi → questo delegittimava il dominio di alcuni popoli su altri. Uno dei concetti cardine di questo documento è il rispetto della volontà dei popoli il primo punto proclamava la sua opposizione ai trattati segreti> la diplomazia avrebbe agito sempre palesemente e in vista di tutti (critica al patto di Londra degli italiani); il secondo punto riguardava la libertà assoluta della navigazione sui mari; il terzo prevedeva la soppressione di tutte le barriere economiche e creazioni condizioni commerciali uguali a tutti; (il punto 2 e 3 è esattamente il contrario di quello che era stato nei 40 anni prima) il quarto riguardava la riduzione degli armamenti; → dal quinto al tredicesimo sono riconducibili al principio di autodeterminazione dei popoli dove ogni popolo è indipendente (contro la definizione di Imperi); → il quattordicesimo riguarda la formazione di un'associazione generale delle Nazioni (Società delle Nazioni) in modo da risolvere i conflitti fra le nazioni evitando guerre ulteriori → non era in grado di imporre la sua autorità non disponendo di una forza militare, utilizzava la minaccia di punizioni economiche (sanzioni) che però erano inefficaci. I TRATTATI DI PACE 1918-1923 Primo trattato stipulato tra gli Imperi centrali e la Russia a Brest-Litovsk il 3 marzo 1918 dove nel complesso le perdite territoriali russe furono sostanziose e la Russia dovette pagare un'indennità - I rappresentanti dei paesi vincitori si riunirono a Parigi nel gennaio del 1919 per negoziare il nuovo assetto dell'Europa dove parteciparono Stati Uniti, Francia, Inghilterra e gli stati vincitori. Le potenze riuscirono a imporre una pace punitiva per far pagare alla Germania e ai suoi alleati il costo della guerra. → GERMANIA: Trattato di Versailles, comprendeva condizioni dure per le Germania che doveva cedere le sue colonie africane alla Gran Bretagna e Francia sotto mandati (tutela internazionale di uno Stato per accompagnarlo all'indipendenza), e quelle asiatiche al Giappone. Ai tedeschi venne proibito di avere una flotta da guerra ed era costretta ad avere un esercito ridotto. In + dovette pagare un'enorme somma come riparazione ai danni provocati e riconoscere di essere la responsabile dello scoppio del conflitto. 1919 IMPERO AUSTRO UNGARICO: Trattato di Saint-Germain, prevedeva la costituzione di due Stati indipendenti Austria e Ungheria e la costituzione di Cecoslovacchia, Regno dei Serbi, Croati e Slovacchia. Il Trentino Alto Adige e Trieste vennero dati all' Italia. 1919 QUESTIONE ORIENTALE: Trattato di Sèvres che prevedeva lo smembramento dell'Impero ottomano, ridotto alla sola penisola anatolica. Medio Oriente andava in mano alla Francia e Gran Bretagna, alla prima furono assegnati Siria, Libano e Cipro, alla seconda Iraq, Palestina e Transgiordania. 1920 → Trattato di Losanna, in cui grazie a Kemal si riconosceva la Repubblica di Turchia a cui venne confermata la sovranità sulla penisola anatolica e ottenne uno scambio di popolazioni con la Grecia, le minoranze dovettero abbandonare le terre dove erano sempre stati. EUROPA E MEDIO ORIENTE DOPO GLI ACCORDI DI PACE FINLANDIA ESTONIA LETTONIA DANIMARCA Memel LITUANIA Danzica STATO LIBERO D'IRLANDA (1922) OCEANO ATLANTICO PORTOGALLO SPAGNA Marocco sp. Marocco (Fr.) GRAN BRETAGNA MARE DEL NORD BELGIO FRANCIA Algeria (Fr.) NORVEGIA SVEZIA PAESI BASSI GERMANIA Renania CECOSLOVACCHIA Lorena Alsazia AUSTRIA UNGHERIA ROMANIA SVIZZERA Fume ITALIA MAR BALTICO Tunisia (Fr.) POLONIA ALBANIA GRECIA UNIONE DELLE REPUBBLICHE SOCIALISTE SOVIETICHE (1922) JUGOSLAVIA BULGARIA MAR MEDITERRANEO UCRAINA (indipendente 1917-1922) Bessarabia MAR NERO Dodecaneso (Italia) Paesi vincitor Paesi vintr Stati di nuova formazione Mandati Frontiere degli impen russo, ottomano, austro-ungarico e germanico nel 1914 -Frontiere nel 1923 Fiume Città libere TURCHIA Libano Cipro (Fr.) (G.B.) Kurdistan (Fr.) Transgiordania Palestina G.B.) (G.B.) Irag (G.B.) ARABIA →Europa dopo gli Accordi di pace Cecoslovacchia e Iugoslavia non hanno una base nazionale + pag 8 atlante Le conseguenze della Guerra a livello sociale L' immediato dopoguerra fu difficilissimo. L'ECONOMIA Molti soldati tornati dalla guerra dovettero reinserirsi nella vita civile con pensioni di guerra per chi era ferito o mutilato, e con l'affronto alla dura crisi economica che stava avvenendo. La produzione industriale aveva raggiunto ritmi altissimi di produzione di armi, e quando questa domanda cessò le industrie dovettero convertirsi alla produzione di altri beni → determina un aumento del tasso di disoccupazione. In più durante la guerra gli Stati avevano abbassato i prezzi dei beni di prima necessità, e questo fece sì che quando i provvedimenti vennero abbandonati ci fu un aumento di inflazione che pesò soprattutto sui contadini e ceti medi. I primi erano stati danneggiati dai bassi prezzi imposti dallo Stato sui prodotti agricoli, e i secondi sono stati penalizzati dalle paghe fisse che non possono essere adeguate all'inflazione. Tra la fine del 1918 e il 1919 scoppiò un'epidemia di febbre spagnola che causò la morte di milione di persone, soprattutto di donne, bambini e anziani già fortemente indeboliti dalle privazioni causate dalla guerra. LE DONNE ➤Un segno positivo fu invece il processo di emancipazione femminile, il quale ebbe una forte accelerazione e l'immagine tradizionale femminile entrò in crisi. L'impegno delle donne nel clima bellico gli consentì di uscire dalle mura domestiche e operare all'interno di una cerchia sociale più vasta. Infatti durante la guerra le donne avevano sostituito nelle fabbriche gli uomini che si trovavano al fronte e furono determinanti anche per la cura dei feriti al fronte e nelle retrovie. L'aver acquisito consapevolezza dei propri mezzi portò molte donne a lottare per avere una maggiore considerazione in famiglia e nella società. (La prima guerra mondiale vide il radicalizzarsi della violenza con la creazione di campi di prigionia) In tutta l'Europa orientale si verificarono anche spostamenti di popoli. Pur di creare Stati omogenei si ricorse anche alle deportazioni di massa→ es. molti tedeschi si ritrovarono ad abitare nello Stato polacco. ➤ L'impero ottomano attuò un genocidio contro gli armeni Questi ultimi infatti ambivano all'indipendenza e allo scoppio della prima guerra mondiale il timore che essi tradissero l'impero convinse il governo a risolvere la "questione armena". Furono quindi stabilite la deportazioni armene in Siria e Mesopotamia > per le condizioni in cui si svolsero si tradussero in un'operazione di sterminio (morirono almeno 1.200.000 armeni) →definito come il primo genocidio del ventesimo secolo.