Lo Sterminio degli Ebrei nella Seconda Guerra Mondiale
La persecuzione degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale rappresentò uno dei capitoli più oscuri della storia dell'umanità. Hitler e il regime nazista, guidati dall'ideologia della supremazia della "razza ariana", misero in atto un piano sistematico di eliminazione del popolo ebraico, noto come "soluzione finale". Questo genocidio, successivamente denominato Olocausto, si sviluppò attraverso fasi progressive sempre più drammatiche.
Definizione: La "soluzione finale" (Endlösung in tedesco) fu il nome in codice dato dai nazisti al piano di sterminio sistematico degli ebrei europei, attuato principalmente tra il 1941 e il 1945.
Il processo di persecuzione iniziò con l'isolamento forzato degli ebrei nei ghetti, aree urbane segregate dove le condizioni di vita erano estremamente dure. I ghetti più grandi si trovavano nell'Europa orientale, come quello di Varsavia, dove migliaia di persone furono costrette a vivere in spazi angusti, con scarso cibo e pessime condizioni igieniche. Questa fase rappresentava solo l'inizio di un piano molto più ampio e terribile.
La fase successiva prevedeva la deportazione nei campi di concentramento e di sterminio, dove gli ebrei venivano sottoposti a lavori forzati, esperimenti medici e, nella maggior parte dei casi, uccisi nelle camere a gas. Campi come Auschwitz-Birkenau, Treblinka e Dachau divennero simboli di questa tragedia. Si stima che circa sei milioni di ebrei persero la vita durante l'Olocausto, insieme a milioni di altre vittime considerate "indesiderabili" dal regime nazista.