La Rivoluzione Francese: La Divisione dei Poteri e la Nascita dell'Assemblea Legislativa
La trasformazione politica della Francia nel 1791 rappresentò un momento cruciale nella storia europea, caratterizzato dalla creazione di un sistema basato sulla divisione dei poteri. Il nuovo assetto costituzionale stabilì tre pilastri fondamentali del governo: il potere esecutivo, affidato al sovrano con limitazioni specifiche; il potere giudiziario, gestito da magistrati eletti dai cittadini; e il potere legislativo, esercitato dall'Assemblea.
Definizione: Il sistema censitario divideva i cittadini in due categorie principali: gli attivi, che godevano di diritti politici completi, e i passivi, cui erano riconosciuti solo i diritti civili. Questa distinzione si basava principalmente sul reddito e sulla proprietà.
La questione del diritto di voto venne risolta attraverso l'introduzione di un sistema censitario complesso. I cittadini attivi, che dovevano avere più di 25 anni e versare contributi fiscali, costituivano il corpo elettorale. Tuttavia, per essere eleggibili all'Assemblea legislativa, era necessario possedere una proprietà fondiaria e poter pagare una tassa equivalente a dieci giornate lavorative, limitando così l'accesso alle cariche pubbliche ai possidenti e ai notabili.
La crisi della monarchia raggiunse il suo apice con il tentativo di fuga del re Luigi XVI e della regina. Questo evento provocò una profonda frattura politica, portando alla nascita di diverse fazioni: i giacobini e i cordiglieri, che sostenevano la deposizione del re e l'instaurazione della Repubblica, e i foglianti, che mantenevano una posizione più moderata. Il tragico episodio del Campo di Marte, dove la guardia nazionale aprì il fuoco sui manifestanti che chiedevano la deposizione del re, segnò definitivamente questa divisione.