La svolta navale e la conclusione del conflitto
I Romani compresero che per sconfiggere definitivamente Cartagine dovevano affrontarla sul mare, nonostante non avessero esperienza in battaglie navali. Con grande determinazione, allestirono una flotta impressionante di oltre 100 quinqueremi, enormi navi da guerra con più di 300 rematori ciascuna.
Nel 260 a.C. avvenne l'impensabile: nelle acque di Milazzo, i Romani ottennero la loro prima grande vittoria navale contro i Cartaginesi, esperti navigatori che si ritenevano invincibili sul mare. Successivamente, guidati dal console Marco Attilio Regolo, tentarono persino una spedizione in Africa ottenendo alcuni successi iniziali, prima che i Cartaginesi riuscissero a contrattaccare.
Nonostante vari rovesci di fortuna, inclusa una flotta semidistrutta da una tempesta, i Romani persistettero e nel 241 a.C. ottennero la vittoria decisiva presso le isole Egadi. I Cartaginesi furono costretti ad abbandonare la Sicilia e a pagare un'ingente indennità di guerra.
Approfittando della ribellione delle truppe mercenarie cartaginesi, Roma estese ulteriormente il proprio dominio impadronendosi della Sardegna e della Corsica, consolidando così la sua nuova posizione di potenza mediterranea.
🔍 Attenzione! La capacità romana di adattarsi alla guerra navale, nonostante la mancanza di esperienza, dimostra uno dei tratti distintivi che resero Roma una superpotenza: la straordinaria capacità di imparare dai nemici e trasformare le proprie debolezze in punti di forza.