L'Italia dopo l'Unità: sfide e trasformazioni
Quando l'Italia si unì nel 1871, il paese si trovò davanti a problemi enormi che sembravano quasi impossibili da risolvere. Le differenze tra nord e sud erano gigantеsche: al nord c'erano le prime industrie, mentre il sud rimaneva un paese agricolo dove perfino i bambini dovevano lavorare nei campi.
La situazione politica era complicata perché solo il 2% della popolazione aveva diritto di voto - praticamente solo i ricchi proprietari terrieri, notai e liberi professionisti. Non esisteva l'obbligo scolastico e l'analfabetismo era diffusissimo, rendendo ancora più difficile creare un vero senso di unità nazionale.
Cavour, politico furbo e determinato, decise di "piemontizzare" l'Italia alleandosi con altri politici. Il suo piano era semplice ma efficace: trasformare tutto il paese sul modello del Piemonte, che funzionava meglio degli altri stati.
💡 Curiosità: La capitale italiana cambiò sede due volte in pochi anni - prima Torino, poi dal 1871 Roma!
Per unificare davvero l'Italia, il governo della destra storica introdusse elementi fondamentali: un stato centralizzato, lo stesso codice di leggi per tutti, il sistema metrico decimale, la lira come moneta unica e l'abolizione dei dazi doganali tra le regioni. Sembrava tutto perfetto sulla carta, ma la realtà fu molto diversa.