La riorganizzazione dell'economia sovietica
Nel 1928 Stalin abbandonò la NEP di Lenin e lanciò il primo piano quinquennale, un programma di sviluppo economico volto a trasformare l'URSS in una potenza industriale e militare. Gli obiettivi principali erano:
- Potenziare l'industria pesante (metallurgia, siderurgia, energia, estrazione mineraria, armamenti)
- Realizzare un'industrializzazione forzata a qualunque costo
- Collettivizzare l'agricoltura abolendo la proprietà privata della terra
L'industrializzazione comportò:
- Imposizione di orari di lavoro disumani
- Massiccio spostamento di contadini dalle campagne alle città (25 milioni tra 1926 e 1939)
- Costruzione di infrastrutture (ponti, strade, canali, ferrovie)
Nonostante gli sforzi, i risultati dei piani quinquennali furono inferiori alle aspettative e la popolazione visse in condizioni di grande miseria.
La collettivizzazione agricola si basò sulla creazione di:
- Kolchoz (cooperative agricole)
- Sovchoz (fattorie statali)
Questa politica incontrò la resistenza dei kulaki (contadini benestanti), che furono duramente repressi.
Vocabolario:
- Kolchoz: cooperative agricole collettive nell'URSS
- Sovchoz: fattorie statali sovietiche
- Kulaki: contadini benestanti che si opposero alla collettivizzazione
Inizialmente la produzione agricola diminuì, causando una grave carestia nel 1932-33. In seguito, alcune concessioni alla proprietà privata permisero una timida ripresa. Alla fine degli anni '30 l'economia sovietica iniziò a migliorare, consentendo anche alcune esportazioni.
Highlight: Dopo la Seconda guerra mondiale, l'URSS emerse come una delle maggiori potenze industriali e militari mondiali, nonostante gli enormi costi umani della politica economica staliniana.