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L’Italia di fine ‘800

29/5/2022

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Classe 5
Storia
L'Italia di fine Ottocento
La sinistra storica
Quadro generale
Dal 1876 incomincia il periodo della sinistra stori

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Appunti 1 Classe 5 Storia L'Italia di fine Ottocento La sinistra storica Quadro generale Dal 1876 incomincia il periodo della sinistra storica. I governi iniziali di sinistra sono sostanzialmente monopolizzati da Agostino Depretis fino al 1887, anno della morte, con la successione di 8 governi, dunque è un periodo molto unitario. Depretis si presenta con un programma politico molto accattivante soprattutto per i ceti sociali meno abbienti. La riforma elettorale (1882) allarga un po' il suffragio elettorale abbassando il limite d'età e di censo (si passa dai 25 ai 21 anni e dalle 40 alle 19 lire). Tutto il resto rimaneva inalterato (alfabetizzazione) e di conseguenza l'elettorato passa solo dal 2 al 7%. Per quanto riguarda la riforma scolastica (1877), la legge Coppino stabilisce la gratuità, laicità e obbligo fino a 9 anni (per leggere e scrivere) dell'istruzione elementare. Migliorarono le scuole e si introdussero delle sanzioni pecuniarie severe per i genitori che sottraevano i figli all'istruzione (cosa diffusa soprattutto nelle campagne e nel sud-Italia). Tutto il resto rimase uguale alla legge Casati della destra storica: affidare l'istruzione ai comuni (persistevano quindi le notevoli differenze, soprattutto tra nord e sud e tra campagna e città). Un'altro punto politico molto amato dagli elettori era poi l'abolizione della tassa sul macinato nel 1879 (quella sul sale fu abolita solo nel 1974). Poiché rappresentava una...

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Didascalia alternativa:

forte entrata però furono aumentate altre tasse su altri beni di consumo (non così indispensabili come il pane) facendo ottenere comunque consensi a Depretis. Altre riforme furono varate per migliorare la questione meridionale (anche se nulla di concreto si fece fino a Giolitti). Il trasformismo Depretis era l'esponente della sinistra, un movimento eterogeneo senza partiti. C'era in particolare un'ala politicamente molto pericolosa, l'estrema sinistra, con i socialisti e i repubblicani. Si pose a Depretis la necessità di stabilizzare il governo, che è l'emanazione dell'esecutivo, ma che può governare solo se ha l'effettiva fiducia del parlamento, ottenibile solo con una larga maggioranza. Molto spesso i parlamentari non avevano un orientamento chiaro dunque spesso passavano all'opposizione e facevano cadere il governo. Come si mosse dunque a detta sua per necessità? Contrattava con i singoli parlamentari per ottenerne l'appoggio: in cambio prometteva favori personali. Depretis esasperò questo sistema di clientelismo contrattando però anche con la destra. Per cui ogni parlamentare all'occorrenza poteva passare da opposizione a maggioranza e viceversa: tutto ciò diede inizio al fenomeno del trasformismo. C'erano addirittura degli intermediari, i mazzieri. Appunti Classe 5 La politica economica Cosa aveva ereditato la sinistra? Una politica liberista attuata con insuccesso. Quando dalla destra si passò alla sinistra questa novità fu percepita come una rivoluzione. Si passò dunque al protezionismo avendo come modello la Germania di Bismarck (modello prussiano): si cercava nella Prussia un modello perché era evidente che essa stessa si stava industrializzando molto bene. Era un modello che partiva dall'alto, perché c'era un grande intervento dello stato con un innalzamento dei dazi doganali. Così, sotto Depretis, nacque un germe di industrializzazione che esploderà solo con Giolitti. Ancora oggi è molto importante il tessile (la moda italiana si svilupperà grazie ai pregiati tessuti), ma si svilupparono anche altri settori: siderurgico, alimentare, bellico,... Il concorso dello stato si rivela anche con la regolamentazione dei finanziamenti pubblici, e con un alleggerimento degli sgravi fiscali. La politica estera In questi anni Depretis si era sempre rivelato un ammiratore della Germania di Bismarck, per cui in politica estera fa uscire l'Italia dal suo isolamento puntando alle relazioni diplomatiche e cercando alleanze. Nel 1882 firma la Triplice Alleanza, con cui si aggiunge alla Duplice Alleanza tra Germania e Austria-Ungheria. Aveva molti vantaggi economici (soprattutto considerato che anche la Francia aveva adottato il protezionismo, dannoso per l'Italia) e militari (aiuto nel caso di guerre solo a scopo difensivo). Tale alleanza rappresentava un grande scacco nei confronti del papa, che si sentì offeso e mortificato perché l'Austria era uno stato profondamente cattolico. Quindi un suo stato amico si trovava alleato con l'Italia, una nazione che non era ancora stata riconosciuta dal papa. La conseguenza non riguardò soltanto il papa che ebbe delle ricadute: allearsi con l'Austria sdegnò anche alcuni Italiani che vivevano in Trentino, Alto Adige e tutte quelle terre che non erano ancora liberate dagli stranieri (terre irredente). Lì nacque l'irredentismo, un movimento patriottico che proclamava la necessità di una liberazione e che di manifesto in un attentato. Si tratta di quello attuato da Guglielmo Oberdan, un giovane triestino che tentò di uccidere l'imperatore Francesco Giuseppe mentre era in visita a Trieste (Oberdan venne poi catturato e impiccato). Nell'ottocento la corsa alle colonie interessa l'Africa e anche l'Italia intende iniziare la sua politica coloniale verso l'Etiopia. All'epoca l'Etiopia era un impero indipendente, con un re e dei governatori di provincia (ras), in un territorio molto aspro e abitato da popolazioni bellicose. Nessuna delle altre potenze aveva mostrato interesse per questa zona prima di quel momento, così nel 1885 incomincia la politica coloniale, inizialmente positiva, conclusasi nel 1887 con la terribile sconfitta di Dogali. Fu un vero e proprio massacro, tant'è che la notizia di quest'eccidio ebbe come risultato una grande indignazione in Italia. 2 Francesco Crispi Dopo Dogali molti chiedevano l'abbandono dell'avventura coloniale, altri le dimissioni del governo, ma proprio in quell'anno morì Depretis, togliendo dall'imbarazzo il resto dei ministri. Al lui succedette un'altro uomo di sinistra, Francesco Crispi, che mantenne il Appunti Classe 5 governo fino al 1897. Ex mazziniano, ed ex garibaldino (da siciliano, aveva organizzato la rivoluzione che aveva accolto i mille), ancora più ammiratore di Bismarck (tra l'altro aveva anche lui un temperamento molto autoritario e severo), era uno degli avvocati meglio pagati d'Italia e incuteva grande timore e autorevolezza, tanto che in parlamento era sempre stato rispettato. La sua concessione di stato era quella di uno stato forte, anche se generalmente questo temperamento autoritario era tipico della destra. Era estremamente ambivalente, meno riformista di Depretis e meno popolare. Le riforme maggiori le promulga all'inizio (poi allenterà la presa). Nel 1889 approva la riforma del nuovo codice penale (rimasto in vigore fino al 1930), il codice Zanardelli. La voce più importante è l'abolizione della pena di morte, sostituita con l'ergastolo: l'Italia fu la prima nazione (dopo il granducato di Toscana per un breve periodo) ad abolirla, in virtù soprattutto della propria tradizione culturale (Beccaria). Un'altra novità del codice fu il tacito riconoscimento dello sciopero: veniva riconosciuto ma silenziosamente proprio perché poiché lo sciopero non era più menzionato nel codice penale, allora non era più un reato (quindi gli scioperanti non erano più considerati attentatori della sicurezza dello stato). Questo non significa che poi il governo approvasse gli scioperi (spesso ostacolati), ma gli scioperanti non erano passibili di pena. II PSI Con i governi di Crispi vedono la luce i primi partiti: nel 1892 nasce il PSI (partito socialista italiano). Il fondatore (e primo leader) è Filippo Turati. Il programma era di ispirazione marxista e prevedeva in extremis il rovesciamento dello stato borghese e l'avvento al potere dei proletari (partito estremista). I socialisti accusavano lo stato di essere solo espressione della classe borghese. La prima massima è quindi l'abolizione della proprietà privata. Era un partito di massa perché godeva di enormi consensi: per questo partito votava la massa di contadini e operai. Si votava per la socializzazione di terreni e fabbriche (poi i contadini si staccheranno per entrare nel partito popolare). Il giornale di riferimento era l'Avanti e il modello di riferimento era il Partito Socialdemocratico Tedesco (in realtà in tutti gli stati europei veniva chiamato socialdemocratico, solo in Italia rimase socialista). Questo partito, nonostante avesse tanti consensi, nasce già debole perché diviso in 3 principali correnti: la corrente riformista, che faceva riferimento a Turati (maggioritaria) e altre correnti rivoluzionarie. L'obiettivo in realtà era lo stesso (rovesciamento dello stato borghese), cambiava solo la strada per raggiungere l'obiettivo: i riformisti puntavano a delle riforme in parlamento (compromesso parlamentare in modo pacifico e moderato), mentre i rivoluzionari volevano la rivoluzione (più estremisti e violenti, puntavano al massimo, fino al comunismo). 3 Altri partiti e la destra Nello stesso periodo nasce il partito repubblicano (1995), antimonarchico di ispirazione mazziniana, di sinistra perché predicava l'abolizione del potere regio (la leva obbligatoria di un esercito comandato dal re, il senato del regno,...) Appunti Classe 5 Il partito radicale invece nasce nel 1998 e ha come leader il milanese Felice Cavallotti. Estremista, puntava a riforme come la laicità dell'istruzione, il suffragio universale e altre riforme molto avanzate. In questo periodo la destra invece si stringe sempre di più intorno al sovrano, che dal '78 era Umberto I di Savoia (fino al 1900). I fasci siciliani Crispi dovette fare i conti con delle sollevazioni popolari che nell'ultimo periodo del suo governo si manifestarono sempre più di frequente: i fasci siciliani. Erano organizzazioni di lavoratori che lottavano per migliorare le loro condizioni di vita e di lavoro tanto da provocare la reazione del governo. Di fronte a queste manifestazioni, tacitamente ammesse, Crispi sceglie la maniera dura: scioglie con la forza i fasci e scioglie il partito socialista adducendo come giustificazione che il PSI fosse la mente organizzativa di quei tumulti. Sembra quasi una reazione di destra: arresta i capi dei fasci e mette la Sicilia sotto assedio, quindi manda l'esercito in massa a presidiare la regione. Era vera quest'accusa? Sicuramente c'era qualcosa sotto, ma i fasci erano nati soprattutto perché i lavoratori (delle miniere di zolfo) erano esausti. La politica estera È un proseguo di quella di Depretis. Si accosta sempre di più alla Triplice Alleanza. Nel quadro coloniale Crispi prova di nuovo ad ottenere l'Etiopia. Prima della guerra prova la via diplomatica: nel 1889 Crispi firma con il Negus ("Imperatore" per gli etiopi) il trattato di Uccialli che stabilisce i limiti della zona italiana (soprattutto la zona costiera, l'attuale Eritrea) e definisce il protettorato su tutta l'Etiopia, cioè in pratica c'era un'influenza massiccia negli affari dello stato. L'Italia quindi si proponeva come protettore di uno stato più arretrato, per aiutarlo in uno sviluppo. A distanza di poco il Negus, dopo aver ben compreso la situazione, rompe gli accordi e scaglia l'esercito contro gli italiani (100.000 uomini, un popolo che conosceva il territorio di guerra, contro un esercito). Gli italiani furono ancora massacrati nella strage della piana di Adua 1896. In questo caso finì il governo di Crispi, accusato di aver causato la strage: da questo momento si ritirerà per sempre dalla vita politica italiana. Gli anni di fine secolo 4 Furono gli anni della crisi di fine secolo. In Italia si diffonde una crisi economica dovuta a cattivi raccolti di grano che fecero aumentare il prezzo del pane. Allora come sempre succede esplosero le sommosse popolari. La più emblematica fu la rivolta popolare di Milano. Umberto I di Savoia ordinò al generale Fiorenzo Bava Beccaris di sparare sulla folla nel 1998: lasciò sul terreno almeno un centinaio di morti. Come se ciò non bastasse il re diede a Beccaris l'alta onorificenza per aver salvato l'Italia da un grande pericolo (una folla inerme). Eppure Umberto I, che aveva la stessa modalità di gestione dello stato di Crispi, lo nominò anche senatore a vita per i servizi resi al paese. Che conseguenze ebbe? Il 29 luglio 1900, un italiano emigrato negli USA, un anarchico animato da motivazioni ideologiche chiamato Gaetano Bresci, tornò in Italia per uccidere il re. Appunti 5 Classe 5 Mentre si trovava a Monza Umberto I venne raggiunto da diversi colpi di arma da fuoco: l'Italia chiude il secolo con un regicidio, un atto estremamente grave. Bresci venne condannato all'ergastolo e morì suicida in carcere (anche se è una voce poco attendibile). Umberto I passa alla storia come il re mitraglia, eccessivamente autoritario.